Mettetevi voi nelle tute degli astronauti e dei cosmonauti della stazione spaziale internazionale quando le sale di controllo di Houston e di Mosca ordinano di rifugiarsi in tutta fretta nelle navicelle-taxi CrewDragon e Soyuz per essere pronti ad abbandonare la “nave” che potrebbe essere danneggiata da rottami di satelliti. Ecco, non sono belle sensazioni anche se il rischio di lasciarci la pelle resta assai remoto.
Some new debris objects from today's breakup (orange orbit) visualized relative to ISS (blue orbit). Objects in white denote largest pieces of Cosmos 1408 tracked by LeoLabs. (Dots not to scale.) Debris ranges in altitude from 440 to 520km. pic.twitter.com/4ElV9KrK4P
— LeoLabs, Inc. (@LeoLabs_Space) November 16, 2021
Fatto sta che tra Usa e Russia si allontana sempre più l’intesa che ha segnato gli ultimi 40 anni dell’esplorazione spaziale, il cui esempio più imponente è appunto l’Iss in cui dal 2000 abita e lavora una sorta di Onu(manca solo la Cina). Adesso invece siamo più dalle parti del film “Gravity” che di quelle di “Guerre stellari” e non siamo nemmeno alla tragicomica richiesta di Kruscev di armare la navicella Almaz (Saljut) con un cannoncino calibro 23, ma certo dietro a quest’ultima emergenza sull’Iss c’è un progressivo protagonismo della Russia che il 13 novembre ha lanciato un missile per distruggere il satellite fuori uso Kosmos-1408 pesante due tonnellate. Un test per armi antisatellite che ha causato una nube di 1.500 detriti tracciabili (fino a 10 centimetri di diametro). Sì, lo spazio è infinito, ma quello attorno alla Terra comincia invece a finire perché sopra le nostre teste, tra i 250 e i 36mila chilometri di quota, orbitano almeno 130 milioni di oggetti pesanti fino a 20 tonnellate, compresi 4mila satelliti in attività rispetto ai 7mila lanciati dallo Sputnik (1957) in poi. Una galassia di ferraglia su cui vigila anche la neonata “Brigata controllo aerospazio” dell’Aeronautica militare italiane, di base a Poggio Renatico (Ferrara). Vanno tenuti gli occhi aperti perché ognuno di quei rottami sfreccia dai 28.800 ai 48mila chilometri orari: a quella velocità anche un dado o una vite possono bucare corazze. E molti di essi non si disintegrano del tutto al rientro sulla Terra.
Here is the orbit of ISS (blue) compared to that of the Ikar No. 39L satellite (cover name Kosmos-1408) (magenta) and the part of the orbit where the crew have been warned of possible collisions with a debris field (red). This shows Kosmos-1408 is a plausible candidate pic.twitter.com/oGJtQxWxkV
— Jonathan McDowell (@planet4589) November 15, 2021
Calcolate allora le orbite della “nube” provocata dai russi, la Nasa ha rilevato possibili intrecci con quelle dell’Iss a 400 chilometri di quota e così è stato lanciato l’ordine “safe haven” ai 7 inquilini di tenersi pronti all’evacuazione.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 17 Novembre 2021, 11:22
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