La crescente tensione tra Israele e Iran, culminata con l'attacco missilistico dell'altra notte, pone interrogativi significativi riguardo la sostenibilità economica di un potenziale conflitto prolungato non solo per lo Stato ebraico ma anche per i suoi alleati occidentali, già impegnati su altri fronti come quello ucraino. Quest'ultimo confronto, caratterizzato dall'uso massiccio di droni e missili da parte di Teheran e dall'efficace ma costosissima risposta difensiva di Israele, ha evidenziato una notevole disparità di costi tra le operazioni militari dei due contendenti.
I costi per Israele e le differenze con l'Iran
Mentre l'Iran ha speso circa 30 milioni di dollari per il suo attacco, Israele ha sostenuto costi ben superiori. Secondo le stime, il solo abbattimento dei missili e droni iraniani ha avuto un costo per Israele di oltre 550 milioni di dollari, ai quali si aggiungono le spese sostenute dagli alleati occidentali (Stati Uniti, Francia e Inghilterra) per la difesa congiunta. In totale si toccherebbe il miliardo di dollari di spesa. Lo ha rivelato il portavoce dell'esercito israeliano, Daniel Hagari, il quale ha spiegato che per intercettare il 99% dei droni e missili iraniani i costi sono stati altissimi. Questa cifra tiene conto anche dei costi sostenuti per mantenere in volo 100 aerei da guerra israeliani per sei ore.
Troppe spese per tutti
Dal punto di vista strategico e politico, le tensioni con l'Iran rappresentano un dilemma per Israele e i suoi alleati.
Risvolti economici globali
Un conflitto esteso tra Israele e Iran potrebbe avere ripercussioni significative non solo a livello regionale ma anche globale. Le tensioni in Medio Oriente hanno storicamente influenzato i mercati energetici e finanziari mondiali, aumentando l'incertezza e i rischi per l'economia globale. In questo contesto, un ulteriore deterioramento della situazione potrebbe portare a un aumento dei prezzi del petrolio, con effetti a catena sull'inflazione e sulla crescita economica globale. In un periodo di incertezza generale, con le economie ancora in ripresa dalla pandemia e sotto pressione per altri conflitti internazionali, l'apertura di un nuovo fronte in Medio Oriente sembra potenzialmente insostenibile.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 15 Aprile 2024, 17:59
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