Famiglia, per le mamme congedo di 6 mesi (uno per i papà): ecco il piano del governo
Il tema viene affrontato all'interno di una discussione più ampia sul welfare familiare, tanto che la prossima settimana al ministero del Lavoro si insedierà un gruppo di esperti per studiare le proposte sulla questione del gender pay gap, vale dire la differenza di stipendio tra gli uomini e le donne. In Italia questa differenza viene calcolata dall'Istat al 7,4%. Insieme alla questione della differenza degli stipendi tra uomini e donne, quindi, verrà affrontato anche il tema della maternità, con l'idea di modificare il congedo in caso di nascita di un figlio.
L'idea della proposta sul congedo porterebbe i padri a farsi almeno, in parte, carico dei figli, tentando così di riequilibrare le carriere. In totale, con la riforma, il periodo sarebbe più lungo rispetto a quello previsto oggi: l'80% del tempo, quindi poco meno di cinque mesi, sarebbe riservato alla madre; il restante 20%, ovvero poco più di un mese, sarebbe riservato al padre. Il governo dovrà valutare anche un altro aspetto: il costo di una misura del genere. Per ora non ci sono stime, ma per le casse dello Stato l'impatto potrebbe essere robusto.
Bene @PuglisiPD su #congedo parentale per i neo papà fino a 1 mese verso piena #condivisione dei compiti tra uomini e #donne e il riconoscimento e la valorizzazione del contributo femminile alla vita economica e sociale dell’Italia 👇🏻 https://t.co/0Bo8BiAfWm
— valeria fedeli (@valeriafedeli) 16 gennaio 2020
A ogni modo le nuove norme, se si troveranno le risorse necessarie, potrebbero essere inserite nella prossima legge di Bilancio. «Dobbiamo passare dalla conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro che in genere pesa tutta sulle donne - spiega il sottosegretario al Lavoro, Francesca Puglisi, - alla condivisione delle cure familiari. Lo fa già la Svezia, ci sono regole per un congedo unico utilizzato però per il 20% dal padre». Un modello scandinavo che si punta ad importare nel nostro Paese. «Le donne - sottolinea ancora Puglisi - fanno carriera più lentamente perché sono spiazzate dal peso delle cure familiari. Per scardinare questo paradigma e fare sì che il lavoro sia condiviso dobbiamo pensare a politiche di condivisione.
L'ipotesi di un congedo di sei mesi è ancora in stato embrionale, siamo all'inizio di una riflessione ma penso che si possano usare i fondi europei che sono a disposizione per aumentare il lavoro delle donne per fare una riforma strutturale di questo tipo». In Italia c'è un divario di occupazione tra uomini e donne che sfiora i 20 punti, al top in Ue, e queste politiche potrebbero essere utili per spingere le donne sul mercato del lavoro. «C'è una nuova crescita dell'abbandono del lavoro dopo la nascita del primo figlio - conclude Puglisi - dobbiamo frenare questo andamento. Lavorare è importante per molti motivi, anche per non essere poi pensionate povere».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Gennaio 2020, 14:20
© RIPRODUZIONE RISERVATA