Svizzera, l'onda viola delle donne: in sciopero per la parità

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Le donne svizzere hanno ottenuto il diritto di voto solo nel 1971 e fino al 1985 avevano bisogno del consenso del marito per lavorare o addirittura per aprire un conto in banca. Ancora oggi guadagnano in media il 19% in meno degli uomini e - secondo un recente sondaggio di Amnesty International - il 59% di loro denuncia di avere subito molestie sessuali almeno una volta nella vita. È per chiedere una piena parità di diritti, di stipendio e di rispetto che centinaia di migliaia di svizzere sono scese in piazza in diverse città del Paese. Un'onda viola - questo il colore scelto dalle manifestanti - che ha messo in scena uno sciopero declinato tutto al femminile. L'evento ripropone dopo trent'anni la prima 'grève des femmes' nazionale, avvenuta nel 1991.

Fu la più grande manifestazione di piazza nella storia svizzera, secondo il Guardian, con oltre 500.000 donne che abbandonarono il loro posto di lavoro per protestare contro la discriminazione. In tante ritengono che da allora siano stati fatti pochi progressi reali, anche se alcune cose sono cambiate: ci sono state otto ministre donne al governo e il diritto al congedo di maternità è stato sancito dalla legge. Le donne restano tuttavia sottorappresentate nei ruoli dirigenziali delle aziende e il sostegno che arriva dal pubblico per la crescita dei figli è molto scarso, mentre nel privato rimane estremamente caro. «Nel 2019 - denuncia una delle organizzatrici della protesta, Clara Almeida Lozar, intervistata dalla locale Swissinfo - stiamo ancora ricercando l'uguaglianza. Ma c'è molto più di questo: il problema è che la cultura del sessismo fa parte della vita quotidiana in Svizzera, è invisibile e ci siamo così abituati che non ci accorgiamo nemmeno che c'è».

I raduni sono stati alimentati anche su Twitter dove da giorni sono trending topic gli hashtag #Frauenstreik e #GrèvedesFemmes, sciopero delle donne in tedesco e in francese. Le manifestazioni hanno preso il via nella notte a Losanna, dove le donne hanno fatto suonare le campane della cattedrale, illuminata di viola per l'occasione. Poi hanno fatto un falò con cravatte e reggiseni. A Zurigo hanno trascinato un clitoride rosa gigante attraverso la città su un galleggiante. A Basilea hanno proiettato il simbolo femminista con il pugno chiuso sulla sede della ditta farmaceutica Roche. A Berna, il parlamento ha fatto una pausa di 15 minuti. Il quotidiano Le Temps ha lasciato spazi vuoti dove avrebbero dovuto apparire gli articoli firmati dalle giornaliste. Alcuni datori di lavoro hanno denunciato lo sciopero come illegale ma molte grandi aziende hanno adottato un approccio più pragmatico e alcune, come Migros e la Swiss Railways, hanno perfino sostenuto l'iniziativa. D'altronde recenti sondaggi di opinione hanno mostrato che il movimento delle donne è appoggiato da più del 63% della popolazione.