Pupi Avati: «il mio film Regalo di Natale a teatro: come una bella figlia che si sposa»

Pupi Avati, il suo film-cult "Regalo di Natale" va in scena al Quirino di Roma

di Stefania Cigarini
Generoso, curioso, creativo, Pupi Avati presta Regalo di Natale, uno dei suoi film più famosi e premiati (al festival di Venezia, poi due David, un Nastro d’Argento) all’adattamento teatrale di Marcello Cotugno.

Che effetto le fa?
«Come una bella figlia che vedo innamorarsi di un ragazzo. L’ho generata io, ma non posso decidere della sua vita o giudicare le sue scelte». 

Cosa l’ha convinta?
«Adoro il mio film, non è la prima volta che mi chiedono una trasposizione scenica, ma non abbiamo mai concluso. Poi è arrivato Valerio Santoro (nel ruolo di Ugo Bondi, Gianni Cavina nel film, ndr), ha una visione concreta e pratica, è un grande esperto di teatro, è riuscito a chiudere con attori molto qualificati». 

L’ha visto in scena?
«Non ancora, lo farò in occasione della prima a Roma. Però, in teatro a Milano, l’ha visto Diego (Abatantuono, Franco Mattioli nel film, ndr), gli è piaciuto moltissimo».

In scena una partita a poker tra quattro amici
«Metafora della vita, un sacco di gente bluffa, oggi più di ieri. Per fare il film andai a lezione da un vero biscazziere. Al centro della narrazione, però, c’è il tradimento dell’amicizia, un tema che adoro, fa prepotentemente parte delle relazioni interpersonali».

Netflix
«Una guerra tra poveri, non ha importanza il mezzo, quando viviamo una grave crisi di creatività del cinema».

Le cause?
«Panchina corta, gli attori sono sempre gli stessi, la gente s’è stufata. Gli sceneggiatori scrivono sempre le stesse cose. E i palinsensti, che ormai sono fatti dagli inserzionisti pubblicitari che guardano a qui cinque milioni del panel Auditel, invece che al resto degli spettatori, degli italiani. Oggi, per esempio, Sergio Leone, non sarebbe esistito».

E lei?
«Sono sempre andato controcorrente, come i salmoni. Ogni mio film è un’opera prima, penso a chi investe i soldi e a chi lo deve vedere. Non può essere solo un prodotto per divertire o distrarre».

Quindi?
«Tanto per dire, ho ricevuto sei rifiuti prima di riuscire a produrre, con Rai cinema, il mio nuovo film. Si chiama Il signor diavolo, una favola orrorifica ambientata a Comacchio negli anni Cinquanta».

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Regalo di Natale di Pupi Avati, adattamento di Sergio Pierattini con Gigio Alberti, Filippo Dini, Giovanni Espo-
sito, Valerio Santoro, Gennaro Di Biase, teatro Quirino, dal 7 al 19/05, 

Prima della trasposizione teatrale di domani, 7 maggio, il regista incontrerà il pubblico romano lunedì 6 maggio, alle 18,30 (ingresso libero fino esaurimento posti), al teatro Quirino in occasione di “Omaggio a Pupi Avati”, la proiezione del suo film “Regalo di Natale”, cui seguirà un incontro con attori - Gianni Cavina, Carlo Delle Piane, George Eastman, Alessandro Haber - e protagonisti dello spettacolo. 
Domenica 12 maggio (ingresso libero), il regista ed il fratello Antonio riceveranno il Premio alla Carriera del “Roma Tre film Festival”, al teatro Palladium.

Ultimo aggiornamento: Lunedì 6 Maggio 2019, 08:34
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