PORTO CERVO - Doveva essere l'annus horribilis del turismo smeraldino ma le previsioni fatte in inverno si sono sciolte come la neve sotto il sole estivo. Eppure, pochi giorni dopo l'inizio della guerra in Ucraina, quando la Finanza aveva fatto scattare i sigilli alle ville e agli yacht degli oligarchi di Mosca, agli amici di Putin e anche a quelli che hanno provato a rinnegarlo troppo tardi, in Costa Smeralda si era immaginata una stagione turistica di lacrime. Locali vuoti, baie senza panfili, hotel semideserti, boutique con i conti in rosso e un esercito di operai, giardinieri e addetti alle pulizie tutti a formare un nuovo esercito di disoccupati. Non è andata così: anzi, sta andando proprio all'opposto.
Nelle ville da sogno che si nascondono nel verde di Porto Cervo, ma anche nelle colline di Porto Rotondo e nelle altre località della Gallura marinara, la musica è sì spenta e le piscine sono vuote, ma nulla qui è in abbandono. Di più: tutti quelli che da anni lavoravano nelle tenute dei magnati che da queste parti non possono metter piede sono ancora lì, impegnati ogni giorno, perché il daffare non manca. «Diciamo che nessuno degli assunti ha perso lo stipendio e questo è il risultato più importante della nostra battaglia - sottolinea Luisa Di Lorenzo, segretaria della Cgil della Gallura - A versare gli assegni ora è lo Stato, attingendo da un fondo creato per la difesa dei lavoratori legati ai beni confiscati alle mafie».
Per chi aveva solo contratti a tempo determinato, secondo le stime del sindacato, la scialuppa è arrivata con il boom di presenze che il nordest della Sardegna registra in questi mesi. «L'assenza dei russi ha agevolato l'aumento dei flussi dagli Stati Uniti e questo nuovo mercato ha consentito di trovare una collocazione anche a chi non aveva un contratto stabile nelle case dei magnati colpiti dalle sanzioni spiega la segretaria della Cgil La legge, tra l'altro, prevede che una volta concluso l'iter del sequestro o del congelamento dei beni lo Stato si possa rifare sui proprietari: o pretendendo che restituiscano i fondi impiegati per l'erogazione degli assegni oppure rifacendosi con la confisca del patrimonio».
Per le blindatissime e irraggiungibili residenze sarde degli oligarchi anche della manutenzione si fa carico il Demanio.
Ultimo aggiornamento: Martedì 16 Agosto 2022, 11:48
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