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Precisamente la persona aveva ottenuto 45mila euro di contributi a fondo perduto per l'emergenza Covid una delle società intestate a prestanome e gestite da Francesco Maida, collegato al clan della 'ndrangheta capeggiato da Lino Greco di San Mauro Marchesato, provincia di Crotone. Per ottenere i fondi, previsti dal decreto 34 del 19 maggio, Maida avrebbe utilizzato fatture false emesse dalle società inserite nello schema di frode. Allo stesso tempo, sempre stando alle indagini della Dda milanese, Maida avrebbe tentato «di beneficiare» anche dei finanziamenti del decreto legge 23 dell'8 aprile che servono a sostenere le imprese «nella particolare congiuntura economica determinata dall'emergenza sanitaria» causata dal Coronavirus.
Le intercettazioni.
«Non ce l'hai messo il colpo dentro». «Ora è carica». «Questa è la sicura (...) devo solo scarrellare e sono pronto (...) sicuro che non c'è il colpo in canna?». «No, tranquillo». È un dialogo intercettato tra Francesco Maida e un altro indagato.
Nell'intercettazione, riportata nell'ordinanza cautelate firmata dal gip di Milano Alessandra Simion, Maida e un altro indagato dialogano in casa dello stesso Maida, a Milano, mentre sono «impegnati nell'operazione di pulizia delle armi» e nella «conta dei colpi» e discutono «delle cautele da adottare in caso di utilizzo».
Ndrangheta, il blitz della Finanza
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Luglio 2020, 08:07
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