Milano, Tullio Solenghi al Carcano: «Il segreto di Woody Allen? Ironia, umorismo ebraico e Groucho Marx»

Letture e musica per un omaggio al grande regista newyorchese

Milano, Tullio Solenghi al Carcano: «Il segreto di Woody Allen? Ironia, umorismo ebraico e Groucho Marx»

di Ferruccio Gattuso

«Prima o poi dovevo arrivarci. Anche perché ci pensavo da una vita». L’approdo è Saperla lunga, primo libro di Woody Allen, anno 1973. «Quella comicità era diversa da tutto ciò che avevo sentito e letto prima, i successivi libri Bestiario, Citarsi addosso e Effetti collaterali hanno fatto il resto. In Woody c’è tutto: dietro ogni battuta di Allen c’è l’intelligenza, la senti letteralmente lavorare. Portarlo sul palco è come restituire al pubblico qualcosa di cui ho goduto per anni».

Tullio Solenghi da stasera è al Carcano con Dio è morto e neanch’io mi sento tanto bene, omaggio al grande regista newyorchese. «Con me una band di giovani musicisti guidati da Alessandro Nidi, perché Woody Allen non può esistere senza la musica, il jazz di Gerswhin, l’easy listening di Tommy Dorsey e Dave Brubeck, il dixieland che lui suona nei locali di New York col suo clarinetto».

Solenghi, dunque, canterà pure: «Non esagero, ma certo mi cimento in Non dimenticar le mie parole, un pezzo che Allen aveva inserito nel suo film To Rome With Love». Il segreto di Allen? «Il gusto del surreale, quello in cui ci siamo trovati alla grande io, Massimo Lopez e Anna Marchesini col Trio. E poi le radici ebraiche, dalle Sacre Scritture rivisitate a colpi di ironia a Groucho Marx». La comicità italiana tradizionale è diversa, più sanguigna, «anche se giganti come Raimondo Vianello ci hanno insegnato come sorridere e ridere con classe». E a proposito di risate la ditta Solenghi & Lopez tornerà in scena: «Stiamo scrivendo il secondo show. Il primo ha fatto oltre trecento repliche, noi ancora ci divertiamo un sacco, dunque si va avanti. Dopodiché andrò in scena con uno spettacolo di Gilberto Govi, I maneggi per maritare una figlia, col quale ho già debuttato a Genova».

Milano resta sempre una tappa speciale: «Quando decisi di fare cabaret Milano era la meta imprescindibile. Era il 1978, esordii al Refettorio Ambrosiano, e scoprii che potevo far ridere. Per la prima volta mi scrivevo le battute da solo». Proprio come faceva Woody.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 30 Marzo 2023, 09:08
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