Coronavirus: fidanzati, congiunti, sport, e seconde case. Cosa è vietato (e cosa no) nella fase 2
I due titolari di un negozio di parrucchiere a Padova si sono incatenati contro le nuove direttive che impediscono la riapertura di queste attività commerciali fino al primo di giugno. I titolari del salone "Dolce Vita", in corso Milano, si sono legati ai polsi e al corpo una catenella di quelle usate per le delimitazioni nelle file, ed hanno spiegato in una conferenza stampa improvvisata i motivi della protesta.
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«Non possiamo rimanere chiusi ancora - hanno detto Agostino Da Villi e Stefano Torresin - siamo pronti per aprire,rispetteremo le norme, ma non possiamo rimanere fermi».
Il salone, hanno spiegato i due titolari, è già stato attrezzato con divisori in plexiglass, e sono state predisposte le altre misure per il rispetto del distanziamento e l'impiego dei dispositivi di sicurezza.
«Ogni mese abbiamo una spesa fissa di 20mila euro - ha detto Torresin - siamo due soci e abbiamo tre dipendenti, con le banche non c'è dialogo e non possiamo certo permetterci di fare altri debiti, i soldi dallo Stato non sono ancora arrivati, fino a ieri sera speravamo in una ripartenza a maggio, per la quale siamo già attrezzati, attendere fino a giugno è insostenibile, chiediamo alla Regione che volga lo sguardo a noi.
Siamo disposti a fare turni, ma ora dobbiamo aprire».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 27 Aprile 2020, 13:28
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