Il Mondiale a colpi di slogan: il
Brasile si sente già campione

Il Mondiale a colpi di slogan: il ​Brasile si sente già campione

di Romolo Buffoni
anche il Mondiale degli slogan. Le 32 nazionali finaliste li hanno scritti sui pullman che le scorazzeranno dai ritiri agli stadi. Motti e feriti, verrebbe da dire leggendone alcuni.



«Un leone rimane un leone», avverte il Camerun vincendo il Mondiale dell'ovvio battendo in una finale tiratissima il Cile: «Ci Ci Ci! Le Le Le! Vai Cile!».



«Aspettatevi l'impossibile!», ammonisce il Belgio e può sembrare presunzione, ma poi leggi la rosa a disposizione di Wilmots e il dubbio che forse fanno bene a crederci viene. Chissà quanto piangerebbero i brasiliani se vedessero altre mani su una coppa che già sentono loro: «Tenetevi forte, la Sesta sta arrivando!», avverte la truppa di Scolari.



Ovviamente col naso all'insù il grido di battaglia che arriva d'oltr'Alpe: «Impossibile non è una parola francese», diciamo che si era capito anche alle ultime elezioni europee. «Una Nazione, Una Squadra, Un Sogno!», pesante come un carrarmato. Chi sono? Ma i tedeschi, chiaro. Non hanno mai vinto, ma chi inventò il calcio totale può permettersi un po' di boria.



Così l'Olanda spiega che «Gli uomini veri vestono arancione». Ma con la tavolozza in mano non ci batte nessuno: «Coloriamo la Coppa del Mondo col sogno azzurro», volare nel blu dipinto di blu. Siamo noi, chi altri?
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 11 Giugno 2014, 17:19
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