Marino con le spalle al muro, i consiglieri
pronti alle dimissioni se chiederà la fiducia

Marino con le spalle al muro, i consiglieri ​pronti alle dimissioni se chiederà la fiducia

di Franco Pasqualetti, Paola Lo Mele
Dopo il colpo di scena di martedì Marino in queste ore sta valutando l'ipotesi di ritirare le sue dimissioni. Una scelta per chiedere la fiducia all'Aula Giulio Cesare e tentare di rimettere insieme i cocchi di una coalizione ormai esanime.





Una decisione che, se confermata, però, porterebbe il Pd - su diretta indicazione di Matteo Renzi - alle dimissioni in blocco dei suoi 19 consiglieri. Già, perché l'idea del chirurgo dem - che ha sfruttato anche i malumori di una larga fetta della sua maggioranza - era quella di chiedere la fiducia all'Aula forte del voto a scrutinio segreto. Tradotto: visto che nessuno poteva sapere cosa ogni singolo consigliere avrebbe votato, la possibilità di arrivare al magic number saliva a dismisura. Ma la contromossa del partito è stata altrettanto astuta: i consiglieri del Pd si dovranno dimettere in blocco prima del voto. Lasciando Marino solo.



Con un simile ordine di scuderia arrivato per voce di Orfini (ieri riconfermato commissario del Pd Roma, ma senza i voti della minoranza), quindi, l'ex sindaco (fino a prova contraria) difficilmente ritirerà le dimissioni: chi, tra i consiglieri, metterebbe la faccia per sconfessare le direttive del partito?

Una misura estrema, quella del Pd, che verrebbe adottata qualora Marino perseverasse nel braccio di ferro con i democratici: dal Nazareno, comunque, dopo un martedì a dir poco elettrico c'è abbastanza tranquillità. «Crediamo che l'ex sindaco - fa sapere uno dei dirigenti apicali dei dem - non farà ulteriori colpi di testa, le parole dette in conferenza stampa sono di un uomo che non vuole essere un dimissionario per motivi giudiziari bensì per una scelta politica».



Nel frattempo in giunta è scontro tra assessori. «La vicenda scontrini è solo l'ultimo di una serie di errori politici in cui la stessa Cattoi ha delle responsabilità - così l'assessore ai Trasporti, Stefano Esposito - ritengo corretto che il sindaco pretenda che il suo nome non venga affiancato a quello di un mascalzone ma è fondamentale che si usino questi giorni per fare quello che è possibile per la città e non si attacchi il Pd».



E il futuro? Sarà del Dream team, che per motivi legati alla legge di stabilità non arriverà questa settimana ma la prossima.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 22 Ottobre 2015, 08:40
© RIPRODUZIONE RISERVATA