Enrico Letta e Roberto Speranza, dopo due ore trascorse a casa di Giuseppe Conte a discutere di Quirinale, sono arrivati a una conclusione: «La candidatura di Berlusconi non è in campo, si è rivelata illusoria», come dice il segretario del Pd. Una sorta di «bluff» che ha giudizio dei leader del fronte progressista è ormai evaporato. E dunque adesso è arrivato il momento per discutere alla pari con il centrodestra, «perché nessuno ha diritto di prelazione sul Colle, nessuno ha numeri per fare da solo», «scegliendo insieme il nome del candidato» per la presidenza della Repubblica.
Ottimo incontro con @GiuseppeConteIT e @robersperanza. Lavoreremo insieme per dare al Paese una o un Presidente autorevole in cui #tutti possano riconoscersi. Aperti al confronto. Nessuno può vantare un diritto di prelazione. Tutti abbiamo il dovere della #responsabilità
— Enrico Letta (@EnricoLetta) January 19, 2022
L’appello a Matteo e Giorgia
Ma Matteo Salvini e Giorgia Meloni, questa è la raccomandazione di Letta, Conte, Speranza, si sbrighino. Tirino subito fuori il “piano B”, perché in una fase così complessa per il Paese rinviare la soluzione per il Quirinale «è da irresponsabili». Per dirla con Letta all’Huff: «E’ arrivato il momento di parlarsi e di trovare un nome condiviso. Serve un accordo su una personalità in linea con quel che ha rappresentato Mattarella, un anno di vita forte e produttiva del governo».
Il patto
Insomma, i tre leader progressisti tornano a proporre al centrodestra un accordo fondato su due pilastri. Il primo è un’intesa «la più ampia possibile» per la scelta del nuovo capo dello Stato, in modo da non far sbriciolare l’intesa di unità nazionale su cui si fonda il governo di Mario Draghi. Il secondo pilastro è un «patto di legislatura», dunque fino al 2023, per consentire al governo di continuare il proprio lavoro, contrastando la pandemia e soprattutto “mettendo a terra” il piano da 220 miliardi del Recovery Fund. Impresa titanica perfino per Draghi.
I distinguo
Proprio sul destino dell’ex presidente della Banca centrale europea però il fronte progressista si spacca.
Nell'attesa
Perciò, nella speranza e nell'attesa che quanto prima si diradi la nebbia con il passo indietro di Berlusconi, i tre leader scelgono una linea attendista. Tant’è, che al termine del vertice hanno twittato all’unisono: «Ottimo incontro. Lavoreremo insieme per dare al Paese una o un Presidente autorevole in cui tutti possano riconoscersi. Aperti al confronto. Nessuno ha diritto di prelazione. Tutti abbiamo il dovere della responsabilità».
Ottimo incontro con @EnricoLetta e @robersperanza. Lavoreremo insieme per dare al Paese una o un Presidente autorevole in cui tutti possano riconoscersi. Siamo aperti al confronto. Nessuno può vantare un diritto di prelazione. #Tutti abbiamo il dovere della #responsabilità.
— Giuseppe Conte (@GiuseppeConteIT) January 19, 2022
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 19 Gennaio 2022, 18:13
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