Annullata la multa dell'Agcom a Meta: «Non è direttamente responsabile delle inserzioni degli utenti»

Annullata la multa dell'Agcom a Meta: «Non è direttamente responsabile delle inserzioni degli utenti»

di Redazione web

È nulla la sanzione da 750mila euro inflitta dall'Agcom nel dicembre 2022 a Meta Platforms Ireland Ltd. per la ritenuta violazione del divieto di pubblicità del gioco d'azzardo previsto dal "Decreto Dignità" in quanto si riteneva avesse permesso ad alcuni utenti business di effettuare su Facebook "sponsorizzazioni" targettizzando il pubblico italiano. L'ha deciso il Tar del Lazio con sentenza.

Annullata la sanzione Agcom a Meta

Facebook non è direttamente responsabile delle inserzioni pubblicitarie pubblicate dagli utenti sulla propria piattaforma. Come riporta agipronews a ribadirlo è il Tar del Lazio, che ha accolto il ricorso di Meta (proprietaria del social network) contro una multa da 750mila euro di Agcom. L'Autorità per la garanzia nelle comunicazioni aveva sanzionato l'azienda per la violazione del divieto di pubblicità al gioco, previsto dal decreto dignità. Come ricorda agipronews era stata infatti rilevata la presenza di “contenuti 'sponsorizzati a pagamento' sulla piattaforma Facebook idonei a promuovere e pubblicizzare attività di gioco e scommesse on line con vincite in denaro”.

I giudici, dopo aver premesso una ricostruzione del quadro normativo concernente il regime della responsabilità degli 'hosting providers' in relazione ai contenuti immessi da terzi sulla rete internet tramite le proprie piattaforme nonché avere indicato i principi generali che regolano il regime di responsabilità proprio dei providers, si sono concentrati sul verificare se il sistema di controllo preventivo delle inserzioni pubblicitarie adottato da Meta Platforms Ireland sia sufficiente a conferirgli la veste di 'hosting provider attivo', escludendolo dall'ambito applicativo dell'esenzione prevista dalla Direttiva sul commercio elettronico.

Ecco che allora il Tar ha osservato come "sia pacifico che il sistema di controllo di cui si è munita la società ricorrente per determinare se l'inserzione contenga un contenuto illecito ha carattere principalmente automatizzato e che la verifica 'manuale' da parte di una persona fisica interviene in ipotesi residuali e per un numero molto limitato di casi (se rapportato all'enorme mole di inserzioni pubblicitarie immesse nella piattaforma)"; in più, nel caso specifico "deve escludersi che la ricorrente avesse una conoscenza effettiva dei contenuti illegali memorizzati dagli utenti sulla piattaforma e che, conseguentemente, avesse la possibilità di attivarsi utilmente per rimuovere i suddetti contenuti.

Né l'Autorità ha dimostrato che il gestore della piattaforma fosse a conoscenza del comportamento illecito dell'utente del servizio".


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 24 Gennaio 2024, 17:40
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