Sono 207 mila i pagamenti per la Cig Covid che l’Inps deve ancora corrispondere, oltre il 70% relativi a richieste pervenute a ottobre. I ritardi colpiscono poco meno di cinquantamila lavoratori che finora hanno ricevuto solo una parte dei versamenti a cui avevano diritto: gran parte di questi deve ancora ottenere l’integrazione di luglio e dei mesi successivi. Poi ci sono più di diecimila persone che non hanno incassato nemmeno un euro dall’inizio dell’emergenza. È quanto emerge dagli ultimi dati diramati dall’Inps: va detto che i numeri sono più contenuti rispetto a un mese fa, ma rimangono comunque importanti. Lo tsunami di domande innescato dall’emergenza Covid-19 ha travolto l’istituto di previdenza fin da subito, al punto che a giugno il presidente Pasquale Tridico era stato costretto ad ammettere che vi erano delle difficoltà.
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In seno alla maggioranza, a un certo punto, è addirittura circolata l’ipotesi di affidare i pagamenti all’Agenzia delle Entrate: ipotesi che però è presto tramontata. Il numero totale di ore di cassa integrazione guadagni autorizzate per emergenza Covid dal primo aprile al 30 settembre 2020 ha superato quota 3 milioni (di cui 1.475 milioni di ore di Cig ordinaria, 594 milioni di ore di Cig in deroga e 988 milioni di ore per l’assegno ordinario dei fondi di solidarietà). In tutto i trattamenti ancora da pagare per i mesi che vanno da maggio a settembre sono 55 mila. Di questi 4.489 risalgono a maggio, oltre settemila a giugno, più di ottomila a luglio, quasi diecimila ad agosto e 26 mila a settembre.
LA FORBICE
I lavoratori che aspettano di ricevere uno o più pagamenti relativi al periodo maggio-settembre sarebbero compresi tra i trentamila e i cinquantamila.
I DATI
Al 7 settembre, infatti, risultavano 23 mila dipendenti in attesa della mensilità di marzo, 33 mila aspettavano dall’Inps quella di aprile, più di 121 mila dovevano prendere i soldi della cassa integrazione di maggio, a 136 mila doveva essere corrisposta l’integrazione di giugno, a 77 mila quella di luglio e a circa cinquemila quella di agosto. Insomma l’Inps era in ritardo sul pagamento di 398 mila integrazioni salariali per Covid-19, mentre adesso sono la metà. L’Inps si difende sottolineando che sono state gestite complessivamente finora prestazioni Cig dirette o a conguaglio alle aziende per un totale di 6,5 milioni di lavoratori, promettendo nel contempo d’impegnarsi al massimo per superare le criticità di ogni singola situazione in sospeso. Il rischio di nuovi ritardi tuttavia è dietro l’angolo. Preoccupano le circa 150 mila richieste giunte a ottobre: solo una su tre ha buone speranze di essere saldata entro Natale.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 9 Novembre 2020, 12:08
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