One World: Together At Home, perché il web non potrà mai sostituire la musica live

Perché il web non potrà mai sostituire la musica live

di Andrea Andrei
Sappiamo quanto la tecnologia ci stia aiutando a sentirci vicini in questo limbo sospeso che stiamo vivendo. Lo vediamo tutti i giorni, e lo abbiamo visto anche sabato notte, con One World: Together At Home, la maratona musicale ideata da Lady Gaga che ha unito grandi artisti e personaggi pubblici da tutto il mondo per l'Oms. La ricetta era la stessa dell'evento nostrano Musica Che Unisce: una successione di video registrati in cui ogni musicista ha eseguito un brano da casa sua. Sono iniziative di valore, che ci aiutano a sentirci meno soli e che ci emozionano anche. Ma che rendono sempre più chiaro che certe modalità in remoto non potranno mai sostituire la musica dal vivo.

È una questione di coinvolgimento emotivo, prima di tutto, ma che ha anche una componente fisica: trovarsi nel luogo in cui quello spettacolo sta avvenendo, vederlo, sentirlo mentre accade, crea una connessione tra le persone che con Internet ha ben poco a che vedere. Il web va benissimo per una riunione di lavoro, ma l'arte è un'altra cosa e per fortuna lo sarà sempre. E vedere quei grandi artisti esibirsi in videoconferenza ha acceso soprattutto un desiderio: tornare a sentirli sul palco, circondati da persone che cantano, sudano e si muovono all'unisono. Ecco, speriamo che l'uso più consapevole della tecnologia ci porti, in futuro, ad avere più tempo da dedicare a eventi come quelli.

andrea.andrei@ilmessaggero.it
Ultimo aggiornamento: Martedì 21 Aprile 2020, 16:24
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