Coronavirus, mascherine introvabili: stilista usa abiti da sposa
di Valentina Procopio
Coronavirus, la sarta “dal cuore d'oro” cuce mille mascherine di stoffa: «Lavoro di notte»
Tra lustrini e paillettes, pizzi e organze, c’è anche il Tnt, un materiale utilizzato per le sacche che custodiscono i preziosi abiti da sposa e che risulta ottimo per la realizzazione di mascherine, perché idrorepellente e per di più anche lavabile a 90 gradi, quindi riutilizzabile. Francesca, dopo aver realizzato il primo prototipo, si è subito messa all’opera: insieme alla sua collaboratrice, Roberta Villani, armata di macchina da cucire e tanta pazienza, è già riuscita a realizzare quasi un centinaio di mascherine, che verranno distribuite alla Croce rossa. «Abbiamo già preso accordi anche con il centro operativo comunale – spiega la stilista teramana – che prenderà e distribuirà altre mascherine ai volontari e anche ai cittadini che ne fanno richiesta. Ci abbiamo preso la mano e riusciamo ad essere abbastanza veloci, anche se non siamo certo una fabbrica: mi sono solo chiesta cosa potessi fare per la mia città in un momento di necessità come quello che stiamo vivendo, e sono contenta di poter dare il mio piccolo contributo, ovviamente le mascherine verranno distribuite in maniera del tutto gratuita».
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Francesca è riuscita anche a trovare un’alleata nella titolare del negozio On stage che le ha messo a disposizione delle fettucce per allacciare le mascherine. «Ringrazio Giordana De Petris per la collaborazione – aggiunge - noi abbiamo iniziato impiegando il dritto filo, che normalmente si utilizza per i corpetti degli abiti ma non ne abbiamo abbastanza a disposizione». Francesca ha anche intenzione di girare dei tutorial da pubblicare su Internet. «Si possono utilizzare le sacche dei vestiti, delle giacche, che molti hanno a casa, non è difficile», spiega.
Ultimo aggiornamento: Martedì 17 Marzo 2020, 10:04
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