Maxirissa al Sacrario di Viterbo, gli indagati si difendono: «Stavamo proteggendo i nostri figli»

Ascoltati i tre uomini coinvolti nella lite dello scorso venerdì in piazza Martiri d'Ungheria, proprio davanti alla chiesa degli Amadiani

Maxirissa al Sacrario di Viterbo, gli indagati si difendono: «Stavamo proteggendo i nostri figli»

Maxirissa al Sacrario, arresti tutti convalidati. Il gip del Tribunale di Viterbo ieri mattina ha ascoltato i tre uomini finiti ai domiciliari dopo aver preso parte, e in qualche caso dato vita, al violento pestaggio di venerdì scorso nella centralissima piazza Martiri d’Ungheria, proprio davanti alla chiesa degli Amadiani. «Stavamo difendendo i nostri figli», questo avrebbero detto gli indagati per motivare i loro gesti.

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La lite

Il 26 aprile scorso, poco dopo le 19, alcuni ragazzini avrebbero iniziato a litigare. La lite però presto si è trasformata in una rissa, questo perché a prendere le difese di diversi giovanissimi sono intervenuti i genitori e alcuni amici. Quello che era partito come uno scontro verbale si è trasformato in una rissa a suon di mazze e martelli. Durante la rissa ci sarebbe stato anche un tentativo di investire con l’auto un altro uomo, che è finito incastrato contro un palo della luce. Tutto questo tra lo spavento di cittadini che stavano passeggiando per il centro e i turisti in visita nel capoluogo. Una scena che ha lasciato il segno. Quando sono arrivati, in massa, carabinieri e polizia, i “lottatori” erano ancora presenti e quasi tutti sono stati portati negli uffici della Questura e della caserma provinciale dell’Arma di Viterbo. Bilancio finale tre arresti, ieri mattina convalidati. A finire agli arresti domiciliari, il 46enne viterbese Alessio Denocenti con le accuse di tentato omicidio, rissa aggravata e lesioni, Paolo Trabalzi, di Viterbo classe 1988, e Hosseini Mohammad, del 1990, entrambi accusati di rissa aggravata e lesioni.

Le parole degli indagati

Ieri i tre indagati si sono presentati davanti al gip per spiegare le loro ragioni.

E cosa li ha spinti a tirare fuori quelle armi. Al termine il giudice ha convalidato tutti gli arresti e rinviato per il processo in cui dovranno testimoniare anche tutti coloro che, loro malgrado, hanno assistito alla scena. La dinamica della rissa e soprattutto le motivazioni restano ancora da chiarire. Gli inquirenti infatti stanno ancora vagliando tutte le testimonianze raccolte e guardando i moltissimi video che sono stati girati da alcuni passanti durante la rissa. E proprio grazie a queste immagini che polizia e carabinieri sono riusciti in pochissimo tempo a chiudere il cerchio sulla vicenda. Ma non ci sono solo gli arrestati, perché 4 partecipanti sono stati solo denunciati a piede libero e tra loro ci sarebbe anche un minorenne. Tra i denunciati anche le donne che avrebbero dato man forte agli uomini.

Gli agenti di polizia e i carabinieri hanno sequestrato una mazza da baseball e un martello. Sigilli anche alla macchina di grossa cilindrata con la quale, stando alle accuse, il 46enne Denocenti avrebbe tentato di investire il 33enne afghano Mohammad. Denocenti infatti è l’unico a rispondere anche di tentato omicidio. La posizione più grave, visto il gesto estremo. Intanto non si placano le polemiche. Dopo l’intervento della sindaca Chiara Frontini che ha affermato che la rissa poteva avvennire ovunque e che non è un problema di sicurezza del centro storico, alcuni consigliere di opposizione hanno manifestato tutto il proprio disappunto. Così come alcuni cittadini che hanno invaso le pagine social di lamentale per quanto accaduto.


Ultimo aggiornamento: Martedì 30 Aprile 2024, 06:00
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