Baci in bocca a una bimba, perizia sulla piccola vittima

Baci in bocca a una bimba, perizia sulla piccola vittima

di Maria Letizia Riganelli
Bacia in bocca una bimba, un perito per indagare sulla capacità di testimoniare della piccola vittima. È ripreso ieri mattina, davanti alla Corte d'Assise, il processo per violenza sessuale aggravata a un 35enne nato in Romania ma residente a Civita Castellana. 
L’uomo a ottobre del 2019 in preda ai fumi dell’alcol si avvicinò a bambina, che non aveva ancora compiuto 10 anni, e iniziò ad accarezzarle i capelli. Ma quella che sembrava una mossa innocente divenne in un lampo violenza. Questo perché l’uomo non si fermò ai capelli, ma afferrò la bambina e iniziò a baciarla in bocca. La scena avvenne in un luogo pubblico e sotto gli occhi di diverse persone, tra cui la mamma della bambina che subito strappò la figlia dalle mani dell’uomo e corse dalle forze dell’ordine per denunciare l’accaduto. 
Durante la fase di indagine, anche per tutelare la piccola vittima, non fu eseguito l’incidente probatorio. Ieri mattina la Corte d’Assise ha incaricato la dottoressa Milena Mazzolini dello studio Sapsi di Roma di svolgere una perizia sulla bambina. Durante la fase di studio delle capacità a testimoniare della minore sarà ascoltata anche la mamma. La bambina invece sarà ascoltata in modalità protetta all'udienza successiva, prevista per il 16 settembre. 
L’imputato, difeso dall’avvocato Silvia Grasso, è accusato infatti di violenza sessuale aggravata dalla minore età della vittima (meno di 10 anni), dall’averlo fatto completamente ubriaco e in un luogo pubblico. Due aggravanti che lo hanno portato direttamente davanti alla Corte d'Assise. «Perché - si legge nel capo di imputazione - in luogo pubblico e in evidente stato di ebbrezza alcolica, dapprima accarezzava i capelli della minore e successivamente le dava un bacio in bocca, costringendola a subire atti sessuali». 
La Corte di Assise, infatti, è competente per i delitti per i quali la legge stabilisce la pena dell’ergastolo o della reclusione non inferiore nel massimo a ventiquattro anni. E potrebbe essere questa la pena se la violenza sessuale sulla bambina dovesse essere provata e confermata. Le aggravanti contestate dalla Procura - titolare del fascicolo la pm Paola Conti - potrebbe far aumentare esponenzialmente la pena prevista. Si torna in aula l’8 luglio prossimo, giorno in cui la dottoressa Mazzolini presenterà la sua relazione alla Corte. In quell’occasione saranno ascoltati anche i primi due testimoni della pubblica accusa. La mamma della piccola si è costituita parte civile con l’avvocato Walter Pella.

Ultimo aggiornamento: Martedì 23 Aprile 2024, 05:20
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