Recovery Fund, Calenda: «Non ha senso dire che l'Italia ha vinto o perso»
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«Ma la sconfitta per l'Europa - prosegue - sta invece nel fatto che il Consiglio Europeo ha definanziato tutti i progetti comunitari, che sarebbero stati gestiti direttamente dalla Commissione Europea, per dare fondi ai singoli Stati. In questo modo gli Stati si indebiteranno mentre gli strumenti comuni avrebbero evitato che il mercato interno si fratturi, come è accaduto negli ultimi mesi, quando i Paesi che hanno più risorse hanno avuto modo di aiutare i loro cittadini più degli altri. Ultimi due punti critici: è sparito il vincolo legato al rispetto dei principi dello Stato di diritto per ricevere le risorse, sbagliatissimo perché chi fa parte di un'Unione deve rispettarne le regole (in particolare l'Ungheria) e rimane il tema del 'freno' dei singoli Paesi, che consentirà per esempio all'Olanda di sospendere l'erogazione dei fondi all'Italia se ritiene che non stiamo rispettando il piano previsto. A quel punto si ritorna in Consiglio europeo. Altro rischio potenziale - conclude - è che, in cambio del Recovery Fund, la BCE possa progressivamente diminuire il programma di acquisto dei titoli di Stato, il quantitative easing, oggi molto vantaggioso per l'Italia. È un compromesso, con elementi di rischio per l'Italia. Ora l'importante è mettersi subito al lavoro per scrivere un piano molto dettagliato di riforme e rispettarlo».
Ultimo aggiornamento: Martedì 21 Luglio 2020, 19:05
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