Città del Vaticano - Foto oscene, esplicite, provocanti. Un selfie scattato persino davanti alla statua di una Madonna, probabilmente in una chiesa. E' quello che circola sulle chat di incontri privati da Tinder a Grindr dove, dietro pseudonimi, si celano seminaristi o giovani sacerdoti in cerca di occasioni per liberare la propria sessualità. E' una analisi impietosa e brutale quella fatta dal sociologo Marco Marzano, ordinario di sociologia a Bergamo, in un libro che non mancherà di fare discutere: La casta dei casti, edito da Bompiani (263 pagine, 13).
Attraverso un lavoro capillare condotto in diverse zone d'Italia, con questionari e interviste a campione, tra seminaristi e altri esponenti del clero, il sociologo ha tratteggiato una realtà fatta di luci e ombre, documentando soprattutto come il tema tabù del sesso nei seminari, sia «ampiamente presente». Tra le pagine affiora non solo il grande problema delle vocazioni che in Italia sono ormai al lumicino, ma anche la difficoltà ad accompagnare nella crescita, in modo equilibrato, i ragazzi delle generazioni Z all'interno di strutture ecclesiali evidentemente impreparate ad interfacciarsi con i cambiamenti avvenuti negli ultimi decenni.
Il libro documenta poi di come il sesso nei seminari sia ampiamente presente. Scrive Marzano: «I seminaristi si masturbano e talvolta fanno sesso tra di loro, con i superiori o con qualcuno all'esterno dell'istituzione. I capi seducono gli allievi, che a loro volta si seducono l'uno con l'altro. La preoccupazione autentica è che il giovane funzionario impari a nascondere quello che fa tra le lenzuola e a raccontarlo, questa volta nei dettagli, solo nell'intimità del confessionale. Cioè solo in un modo che serve alla stessa istituzione per capire di che pasta sia fatto l'apprendista funzionario, se sia il caso o meno di investire su dil ui, come uomo di Dio. In definitiva l'unico effetto della repressione ideologica del sesso è quello di spingerlo nell'ombra, di confinarlo nel silenzio, di circondarlo con il segreto e la circospezione. Il divieto di farlo è pura apparenza, il divieto di parlarne è invece sostanza».
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Nello studio il sociologo passa a setaccio le varie chat di incontri, analizzando il contenuto delle conversazioni tra preti e giovani seminaristi, descrivendo conversazioni «di natura esplicitamente ed esclusivamente erotica ed è immancabilmente corredato da volgarità esplicite, di un linguaggio incredibilmente scurrile con foto di video immagini di corpi nudi, organi sessuali ma anche posteriori dei giovani sacerdoti in varie pose e in vari luoghi, persino davanti alla statua della Madonna».
La tesi di questa analisi è che la centralità del sesso e dell'amore nella trama della vita organizzativa dei seminari è tutt'altro che qualcosa di marginale: «si evince in primo luogo dal fatto che questi temi nella vita dei futuri preti sono tabù assoluti, oggetti dei quali è di fatto del tutto proibito parlarne».
Questo anche se l'omosessualità in seminario e poi nella vita clericale non sia affatto un problema per chi guida la chiesa cattolica.
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 18 Febbraio 2021, 16:04
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