TERNI Il faccia a faccia è durato più di 6 ore. Roberto Lo Giudice, 49 anni, dal 30 marzo in cella a Sabbione con la pesantissima accusa di aver ucciso la moglie Barbara Corvi e di aver fatto sparire il corpo, parla per ore. Di fronte al procuratore, Alberto Liguori, e al maggiore Elisabetta Spoti, comandante del nucleo investigativo dei carabinieri, l’indagato si tira fuori da questa terribile vicenda. Negando ogni responsabilità sulla sorte della moglie. L’interrogatorio del procuratore, Liguori, collegato con il carcere da remoto, inizia alle 15. E si concluderà poco dopo le 21. Lo Giudice è assistito dagli avvocati Giorgio Colangeli e Cristiano Conte, del foro di Roma. Attraverso i suoi legali, in sede di interrogatorio di garanzia, dopo aver fatto scena muta di fronte al gip, Simona Tordelli, aveva concordato l’interrogatorio con il procuratore con l’intenzione “di dare il suo contributo alle indagini” e di non voler “sottrarsi al confronto”. Il colloquio fiume però non avrebbe aggiunto molto alle indagini. Perché Lo Giudice, arrestato a distanza di quasi 12 anni dalla misteriosa scomparsa di sua moglie, 35 anni, di Montecampano di Amelia, insisterà proclamando la sua innocenza. E ribadendo la sua estraneità alle pesanti accuse mosse nei suoi confronti, quelle che gli hanno aperto le porte del carcere. Incalzato dal procuratore su specifici aspetti legati alle delicatissime indagini riaperte due anni fa, non avrebbe fatto altro che ripetere che lui, con questa brutta storia, non ha niente a che fare.
L’interrogatorio va in scena qualche giorno prima dell’udienza di fronte al tribunale del riesame di Perugia. Gli avvocati Colangeli e Conte hanno depositato il ricorso con cui chiederanno per Lo Giudice l’applicazione di una misura meno afflittiva della detenzione in carcere. L’udienza al riesame è fissata per martedì.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 16 Aprile 2021, 12:27
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