Paolo Rossi, il sogno di Bergomi su Leggo: «Quel messaggino di notte sulla nostra chat, ora avrà ritrovato Bearzot e Scirea»

Paolo Rossi, il sogno di Bergomi su Leggo: «Quel messaggino di notte sulla nostra chat, ora avrà ritrovato Bearzot e Scirea»

di Giuseppe Bergomi

La scomparsa di Paolo Rossi mi ha colto di sorpresa, mi ha freddato, mi ha lasciato senza parole; era ancora molto giovane e poi io non sapevo nulla della malattia, non immaginavo. Quel messaggino di notte sulla nostra chat, quella dei campioni del mondo, è stato terribile. Di lui mi mancherà il sorriso più di ogni altra cosa, quel sorriso semplice e contagioso che mi piaceva tanto e che era il suo tratto distintivo. Porto con me dei bellissimi ricordi, i nostri tanti momenti vissuti insieme, sui campi e poi dopo. Di Paolo ho stimato l'uomo ancora prima del campione: era una persona solare, ottimista, che ispirava tranquillità e fiducia, anche solo a guardarlo. Paolo anche dopo gli anni da calciatore mi ha insegnato molto. Per esempio, a non prendermi troppo sul serio. Io in tv sono meticoloso, attento, concentrato. Lui era tutto questo ma ci metteva leggerezza, semplicità, sorriso. Sapeva sdrammatizzare ogni situazione, pur spiegando cose importanti, dicendo cose molto serie, aveva un modo di porsi splendido e pacato, che gli ho sempre invidiato molto.

Il Paolo commentatore tv era davvero molto bravo ed era un esempio per me.


E' naturale che il mio pensiero vada sempre lì, ai giorni mondiali. Ripenso ai primi tempi della trasferta in Spagna, durante il Mondiale del 1982, quando mi confidava tutta la sua preoccupazione perché, nelle prime gare, non riusciva a segnare, a incidere. Poi, la storia la conosciamo tutti, ha iniziato a fare quei gol meravigliosi e siamo diventati Campioni del Mondo. Ma già allora non avevo dubbi che sarebbe tornato: il Pablito di quegli anni era immarcabile, capace di sterzate incredibili, di velocità di pensiero e di giocate pazzesche. Segnava sempre, per noi difensori era difficilissimo marcarlo.


Ora che se ne è andato, lo immagino lassù, in Paradiso, con il nostro ct Bearzot e con Gaetano Scirea, due grandi che gli volevano bene e che hanno sempre creduto in lui. Tutti e tre sono stati luce, esempio, amici per me. Curo il mio dolore con questa idea: è così bello pensarli tutti e tre di nuovo insieme.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 11 Dicembre 2020, 12:59

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