Italia, processo a Ventura
di Ugo Trani
IMMOBILISMO INASPETTATO
«Stiamo portando avanti un progetto e non lo cambio certo per una partita». Ventura, nel suo commento a caldo, ha smentito se stesso. Innanzitutto perché, nella settimana che ha preceduto lo scontro diretto, ha provato a lungo la difesa a 3, evaporata all’improvviso per l’infortunio di Chiellini alla vigilia. E’ bastato il forfait del difensore per mandare l’Italia allo sbaraglio e quindi ai play off di novembre. Ignorati Rugani e Astori che, a quanto pare, non sono stati reputati all’altezza del big match. Come se non bastasse, il ct ha fatto un autentico passo indietro. Personalissimo. Spesso, nelle qualificazioni mondiali, è intervenuto in corsa, modificando il sistema di gioco e inserendo altri interpreti. È successo proprio nella sfida d’andata contro la nazionale di Lopetegui, il 6 ottobre del 2016 a Torino, per andare a conquistare un meritato pareggio. A Madrid, invece, ha assistito al naufragio senza aggiustare l’assetto e magari chiamare in causa qualche panchinaro. Il 4-2-4 è sembrato subito inadeguato, con Verratti e De Rossi in inferiorità numerica contro i centrocampisti della Spagna, bravi a moltiplicarsi grazie alla collaborazione degli esterni d’attacco Isco e Asensio. Il gol del vantaggio è arrivato al minuto 13. Ci sarebbe stato, dunque, tutto il tempo per correggere la sistemazione in campo dei giocatori. E avrebbe dovuto subito sostituire Verratti che, ammonito dopo 3 minuti, è come se fosse uscito subito di scena. Qualche scelta è sembrata azzardata: Spinazzola, ultima gara ufficiale l’11 giugno a Udine proprio in azzurro contro il Liechtenstein, ha confermato di non avere il ritmo partita, e Insigne, ala purissima con Sarri, è finito a fare il terzino più che l’esterno alto.
VECCHIA GUARDIA PERPLESSA
«Dopo che il mister avrà rivisto la partita potrà capire quello che possiamo esprimere in certe partite e contro certe squadre». Buffon fa riferimento alla strategia. Che ha certificato la figuraccia. Il 3 a 0 non è stato doloroso solo per Ventura. Anche i senatori sono usciti dal campo con il muso lungo. Perdere così non va bene, con l’Italia irriconoscibile anche nello spirito. I leader, per la verità, ci hanno messo del loro. Bonucci e Barzagli non sono in forma, lo stesso Buffon ha ormai sempre qualche gaffe da farsi perdonare. E De Rossi, con Verratti nervoso e fuori del gioco, non può reggere da solo contro i palleggiatori di Lopetegui. La condizione fisica precaria è il solito alibi di settembre. La qualità è, invece, la stessa dell’Europeo in Francia: la Nazionale di oggi non è migliore di quella di ieri. Di quella che, nell’estate del 2016 a Saint Denis, superò la Spagna. Con Giaccherini titolare. Ma a giugno. E con Conte in panchina (e con la difesa a 3, con la BBC che non c’è più).
Ultimo aggiornamento: Lunedì 4 Settembre 2017, 13:14
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