Gianluca Vialli, gli ultimi giorni prima della morte. Il fratello: «Attendeva la fine con impazienza, era stanco di lottare»

Il 5 gennaio 2024 ricorre il primo anniversario della morte dell'ex campione malato di tumore al pancreas

Gianluca Vialli, gli ultimi giorni prima della morte. Il fratello: «Attendeva la fine con impazienza, era stanco di lottare»

di Redazione web

Il 5 gennaio 2024 ricorre il primo anniversario dalla scomparsa di Gianluca Vialli, l'ex campione morto a Londra nei primi giorni del 2023 dopo anni di lotta contro un tumore al pancreas che lo ha strappato alla vita a 58 anni. La malattia si era presentata per la prima volta nel 2017, ma è stato il 14 dicembre 2022 a segnare il punto di non ritorno. Quei giorni così tanto vicini al Natale oggi sono stati ripercorsi da Nino Vialli, il fratello maggiore di Luca, in una toccante intervista al Corriere della Sera. «Brillante. Dire spiritoso è limitativo, intelligente è limitativo», dice di lui.

 

Gli ultimi giorni in clinica

Nino, che ha vissuto in Thailandia negli ultimi anni, condivide il dolore di aver vissuto poco con Gianluca, specialmente dopo la scoperta della sua malattia. Il periodo natalizio dell'anno scorso è stato pervaso dalla notizia che a Gianluca rimaneva poco tempo. Nino e sua moglie, Nadia, sono stati ininterrottamente a Londra, dove hanno riscoperto un legame fraterno che, nonostante la distanza fisica, è rimasto saldo. Di quei giorni in clinica, Nino ricorda la voglia di smettere di soffrire del fratello: «Era cosciente che la fine si avvicinava, l’attendeva con impazienza, voleva smettere lottare. Non era da lui, ma la malattia era durata troppo». E ancora: «Era fatto alla sua maniera. Quando siamo arrivati in stanza, ci ha detto: “Non preoccupatevi: se voglio qualcosa, ve la chiedo”. Il 27-28 dicembre ci ha rincuorato: “Siete i compagni ideali, siete qui, io so che ci siete”. Penso che la sofferenza fosse troppa. Si appisolava sempre più frequentemente, si svegliava poco e noi abbiamo solo potuto stagli vicino.

Eravamo tutti lì quando è spirato». Dopo la sua morte, Nino e Nadia hanno ricevuto un'ondata di affetto e stima da molte persone, alcune sconosciute, che hanno voluto condividere il loro cordoglio.

Il Vialli bambino

Nino racconta brevemente della personalità di Gianluca da bambino, superiore alla media, spiritoso, simpatico e con una voglia di primeggiare. La passione di Gianluca per il calcio è nata a soli 2-3 anni, quando iniziò a praticarlo nel cortile di casa. Crescendo, ha sviluppato un'ammirazione per calciatori come Boninsegna, Pelé e, successivamente, Johan Cruijff. 

La carriera

Gianluca Vialli ha intrapreso la carriera di calciatore fin da giovane, seguendo la sua passione per il gioco. Quando ha deciso di andare in Inghilterra, ha condiviso la sua motivazione con Nino, spiegando il suo amore per il calcio orientato al gioco anziché al risultato. Nino ha sempre sostenuto la scelta di Gianluca e lo ha visto brillare nei successi che hanno seguito. Quando è stato scelto da Roberto Mancini come collaboratore per gli Europei, ha condiviso la notizia con Nino durante le trattative. Il fratello gli disse «che gli faceva bene stare nel giro. Lui non voleva fare l’allenatore per non rubare tempo alla famiglia. Era un ruolo che gli si confaceva, gli impegni della Nazionale sono diradati nel tempo e poi non era in prima linea. Si poneva il problema di non scavalcare Mancini, ma Mancini non si vergognava di chiedergli consigli. Anche perché quando erano alla Samp, Luca era il capopopolo».

L'impegno sociale

 

Infine, Nino parla dell'impegno sociale di Gianluca, fondatore della cooperativa sociale Agropolis a Cremona e promotore della Fondazione Vialli-Mauro. Gianluca ha condiviso la notizia della Sla tra i calciatori e ha coinvolto Cremona in eventi benefici come gare di golf.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 4 Gennaio 2024, 09:04

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