Diritti tv, la Serie A rischia di non andare più in onda
In questi casi il giudice può confermare l'ordinanza di sospensione, revocarla o modificarla: da quanto si è appreso, dopo l'udienza si riserverà e la decisione potrebbe arrivare nel giro di pochi giorni. Anche se non è esclusa, in linea teorica, la possibilità delle parti di chiedere un rinvio dell'udienza. A poco più di tre mesi dall'inizio del campionato non si sa ancora dove e come saranno trasmesse le partite, e per la Lega è in bilico l'accordo da oltre 3 miliardi di euro in 3 anni con Mediapro. Gli spagnoli hanno versato l'anticipo di 50 milioni più Iva, subordinando però la presentazione della fideiussione da 1,2 miliardi all'esito delle causa civile. Potrebbe portare a un nuovo bando, e Sky ha prospettato un'offerta «importante» (750-800 milioni), a cui potrebbero aggiungersi quelle di Tim e Perform, mentre sembra essersi defilata Mediaset. Difficilmente basterebbe a raggiungere il miliardo e 50 milioni a stagione investiti da Mediapro, che di fronte a uno stop del Tribunale potrebbe provare a convincere i club (servono 14 voti) a virare sul canale tematico, da sempre la soluzione privilegiata della società catalana.
Così i diritti tv del campionato sono diventati il tema clou dell'assemblea di Lega di lunedì prossimo a Roma, inizialmente convocata per completare la governance. Il commissario Giovanni Malagò e il presidente Gaetano Miccichè avrebbero fatto passi avanti per scremare le candidature per le varie poltrone, ma anche su questo fronte regna ancora l'incertezza.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 3 Maggio 2018, 20:32
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