Arancia Meccanica, all'Eliseo la versione teatrale:
"Anche noi subiamo la cura Ludovico"

Arancia Meccanica, all'Eliseo la versione teatrale: "Anche noi subiamo la cura Ludovico"

di Tiziana Boldrini
Nei panni di regista Gabriele Russo porta in scena Arancia meccanica, dal testo di Anthony Burgess, datato 1962.

La scelta?
«Mi ha colpito il libro, racconta cose che ci riguardano e che ha ancora un senso raccontare».

Sul palco?
«Il film di Kubrick, mio preferito, mi ha condizionato ma mi sono affidato alla mia interpretazione e alle suggestioni del testo».

Lo slang Nadsat?
«Resta un linguaggio in codice ma costruito in modo da essere comprensibile a tutti».

Morgan ha riscritto Beethoven
«E' un musicista straordinario, mi ha dato parecchi consigli. Qui la musica non è accompagnamento ma drammaturgia».

Il controllo delle coscienze?
«Costrizione e indottrinamento sono temi a cui credo molto. In modo subdolo anche noi subiamo una cura Ludovico».

Il pubblico?
«Ha una reazione forte, condanna la violenza di Alex e al tempo stesso prova compassione. Da carnefice, anche lui diventa vittima».

Viene in mente il delitto Varani
«La rispondenza con la cronaca dice quanto sia aumentato il disagio ma ho ripreso lo spettacolo perché ad ogni replica si può esplorare e crescere».

Punto di non ritorno?
«È come essere ad un bivio, da una parte il controllo, dall'altra la libertà. Sono pessimista ma a volte la società mi sorprende».

A sipario calato?
«Penso alle cose da correggere. Ma non sempre, qualche imperfezione è ammessa».
Ultimo aggiornamento: Martedì 26 Aprile 2016, 09:45
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