Alessandro Preziosi al teatro Vascello
col monologo 'Cyrano sulla luna'

Alessandro Preziosi al teatro Vascello ​col monologo 'Cyrano sulla luna'

di Alessandra De Tommasi
Non chiamatelo “ritorno” a teatro: Alessandro Preziosi, in scena con il monologo Cyrano sulla luna, ci tiene a precisare che il palco un'esigenza del percorso professionale, non una pausa tra cinema o tiv, n tantomeno una nostalgia degli esordi.

Cosa la lega a Cyrano?

«Questa prima regia, una palestra straordinaria, mi ha riportato al debutto a teatro quindici anni fa, sempre con Tommaso Mattei, e mi ha fatto scoprire molto di un personaggio che persegue idealismo e onestà e non si piega. Dice solo: No, grazie».



Lei quanti ne ha detti?

«Ogni volta che era il caso, ma non tanti e comunque senza la forza caratteriale di Cyrano. Alcune coincidenze e sovrapposizione di impegni mi hanno permesso certi rifiuti, ma non apertamente».



Alla soglia dei 41 anni è tempo di bilanci?

«A casa mia non ho bacheche con premi e foto, ma nella carriera ti accorgi quando arrivi ad un certo punto. Ho sempre fatto quello che volevo e per questo sono uno degli attori più fortunati, mi divido equamente tra lavoro e privato. Ho fatto bene entrambi, quindi niente bilanci, guardo avanti».



Si considera pignolo?

«Vivo la recitazione in maniera professionale, ma non sono un perfezionista: esigo molto dalle persone con cui lavoro, mi considero rompiscatole, ma in senso buono, fino in fondo per vedere dove si può spingere l'arte».



Cosa le ha lasciato la fiction Per amore del suo popolo su don Beppe Diana, il prete ucciso dalla camorra, appena andata in onda?

«Ricordo gli attentati ai giudici Falcone e Borsellino, a don Puglisi e a don Diana: hanno rappresentato la sconfitta dello Stato».



L’Italia oggi di quali eroi ha bisogno?

«Servono più che altro persone determinate e assetate di giustizia. Don Diana voleva vivere una terra migliore».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 24 Marzo 2014, 10:14
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