AL VINITALY SEZIONE DEDICATA AL VINO
SENZA SOLFITI NÉ ALTRI ADDITIVI CHIMICI

AL VINITALY SEZIONE DEDICATA AL VINO SENZA SOLFITI NÉ ALTRI ADDITIVI CHIMICI

di Gigi Padovani
C’ un vento nuovo che spira sulle vigne italiane: quello dei vini biologici, senza pesticidi e trattamenti chimici invasivi durante la fase di maturazione delle uve, biodinamici - senza l’applicazione di metodi intensivi - e senza solfiti, cio l’anidride solforosa (SO2) che si aggiunge durante la lavorazione per evitare ossidazioni, fermare i batteri e far mantenere il colore durante l’invecchiamento. Al Vinitaly, la più grande fiera del settore in corso a Verona, che chiuderà oggi i battenti, un intero padiglione è dedicato a questi «poeti dell’uva», che vogliono produrre il nettare di Bacco nel modo più naturale possibile. Sognatori? Mica tanto, visto che il loro ViViT (Vigne, Vignaioli, Terroir) è stato il settore più vivace e visitato, soprattutto dagli stranieri. L’Italia ha ormai l’8% delle vigne in biologico, percentuale che costituisce un primato in Europa e i mercati di Germania, Austria, Svizzera e Stati Uniti guardano con grande attenzione al fenomeno. La ragione è semplice, oltre a essere pulito e libero, questo tipo di vino provoca il mal di testa al secondo o terzo bicchiere.

I responsabili di tale malessere sono i solfiti, che possono provocare danni alla salute: ogni individuo ha soglie di sopportazione diverse, ma in genere le donne sono più sensibili. Se un vino contiene 100mg/litro di SO2, un uomo di 80 kg di peso arriva alla soglia pericolosa dopo 3 bicchieri, una donna dopo due. Sarà anche per questo, che a difendere il vino naturale, al Vinitaly, in prima fila ci sono due donne: la blogger americana Alice Feiring, che ha presentato il suo libro «Vino naturale», edito da Slow Food, e la giovane produttrice siciliana Arianna Occhipinti, che ha raccontato la sua passione in un intenso libro pubblicato da Fandango, «Natural woman». In pagine ricche di sentimento, Arianna spiega come è riuscita a sovvertire le regole imparate all’Università di enologia, a Milano, per realizzare «un vino che è nato con me e parla per me», un Frappato al quale ha dato il nome della strada Provinciale che scorre accanto alla sua tenuta, l’SP68 (ne abbiamo scritto su «Leggo» nel settembre 2011). Tra gli stand di Vinitaly, fuori da ViViT, anche quello dell’associazione Vino Libero, creata dal patron di Eataly e di Fontanafredda, Oscar Farinetti: 12 aziende in Italia che si sono impegnate sulla strada del bio e senza solfiti.
.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 10 Aprile 2013, 07:22
© RIPRODUZIONE RISERVATA