Per la Lila si tratta di un impegno straordinario: quasi 90 ore sul campo con decine di volontari, counsellors e medici coinvolti, un’opportunità unica in Italia per incoraggiare al test quanti, inconsapevoli del proprio stato sierologico, non si siano mai rivolti, e non si rivolgerebbero, alle strutture tradizionali. La testing week è promossa da “Hiv in Europe”, network composto da enti governativi, operatori sanitari ma soprattutto da realtà della società civile come la Lila.
La settimana di iniziative coinvolge quasi 500 organizzazioni in oltre 50 paesi. Giunto alla sua quarta edizione, quest’ appuntamento si conferma uno dei più importanti eventi mondiali sul fronte della prevenzione dell’Hiv/Aids e delle epatiti. Titolo di quest’anno: “Test. Treat. Prevent”, ossia “Test, Terapia, Prevenzione”, tre azioni fondamentali per imprimere una svolta definitiva nell’azione di contenimento di questi virus.
I dati di “Hiv in Europe” ci dicono che, tra i due milioni e mezzo di persone con HIV stimate in tutta l’area europea, almeno una su tre (in Italia, secondo altre stime, una su 4) non è a conoscenza del proprio stato sierologico e che metà delle diagnosi vengono effettuate in ritardo rispetto al momento in cui si è contratto il virus (late presenters). E’ questo un fenomeno che ritarda anche l’accesso alle cure, ne compromette l’efficacia e pregiudica l’azione di contenimento dell’epidemia (TasP).
Ultimo aggiornamento: Venerdì 18 Novembre 2016, 17:12
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