Cellulari in classe, arriva la stretta. «Vietati durante le lezioni»

Stretta sui cellulari in classe. «Vietati durante le lezioni»

di Flaminia Savelli

A Londra il Ministero dell'Istruzione proprio in questi giorni sta discutendo come attuare il divieto dei cellulari a scuola. Per i dodici milioni di studenti francesi invece, è scattato già nel 2018. A Roma è l'AssoPresidi che con una lettera inoltrata ieri alle scuole capitoline, invita intanto i docenti a vigilare sugli studenti durante le lezioni. Una stretta dunque sull'utilizzo degli smartphone. Ma non solo: «Una misura necessaria prima di tutto per contenere il fenomeno del bullismo» precisa Mario Rusconi, presidente dell'Associazione nazionale dei presidi del Lazio: «Noi facciamo appello al buon senso- prosegue Rusconi- ma è chiaro che i docenti devono vigilare durante le loro ore di lezioni. La lettera che abbiamo inoltrato offre anche una serie di strumenti per prevenire spiacevoli fenomeni tra i ragazzi che non usano in maniera adeguata il cellulare».

Cellulari in classe, controllo dei docenti

 

Il terreno è scivoloso, la questione è spinosa soprattutto dopo due anni di Didattica a distanza causa pandemia: «Ora è ancora più difficile riuscire a far passare il messaggio su un utilizzo corretto della tecnologia - dice ancora il presidente Rusconi - perché gli alunni per mesi hanno seguito le lezioni dai computer o dai loro cellulare. La fase è delicata ma dobbiamo disciplinare gli alunni e aiutarli anche in questo passaggio».

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I PRECEDENTI
In alcuni istituti è stato il dirigente a mettere nero su bianco - dopo l'approvazione in consiglio di istituto - la direttiva sul divieto del cellulare in classe. Come si legge nella circolare di tre anni fa del liceo classico De Sanctis sulla Cassia: «Gli studenti sono tenuti a mantenere i loro telefoni spenti durante l'intera permanenza a scuola. In ogni caso si deve evitare di essere raggiunti da qualsiasi notifica o segnalazione.

Le contravvenzioni alle prescrizioni e divieti di cui al presente articolo sono sanzionate secondo il regolamento d'Istituto».

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Una linea dura anche quella scelta - lo scorso maggio - dalla preside di una scuola elementare di Latina. Dopo che un'insegnante aveva sorpreso una delle alunne mentre scattava foto di nascosto ai compagni, la dirigente dell'istituto comprensivo nel centro storico della cittadina sul litorale romano, ha imposto il divieto a tutti gli alunni della scuola. Mentre proprio a giugno è stata conclusa e depositata al Governo e al Parlamento la relazione della Commissione Istruzione del Senato. Dopo due anni di indagini e ricerche è stato accertato che per un terzo dell'ora di lezione, gli studenti utilizzano gli smartphone mentre il professore spiega o interroga un compagno. Un uso perciò non appropriato. Su cui però intervenire è ancora complesso.


LA LETTERA
«Gli strumenti che abbiamo per limitare l'uso dei cellulari in aula sono ancora pochi - precisa il presidente Rusconi - quello che possiamo fare intanto è assicurarci che gli studenti non utilizzino i dispositivi durante le ore di lezione. Ma anche - aggiunge- di educarli a un uso consapevole. Oltre gli episodi di bullismo ci preoccupano anche altri fenomeni strettamente legati alle nuove tecnologie». Come la nomofobia, cioè la paura di rimanere disconnessi dalla rete. Ecco quindi che nella lettera inoltrata ai presidi, l'Associazione invita i docenti dopo l'appello sull'utilizzo degli smartphone, sottolinea la necessità di «formare gli studenti ad un loro uso cosciente affinché non vengano loro stessi utilizzati dagli strumenti». Anche attraverso corsi ad hoc «per la prevenzione e contrasto del bullismo e il sistema di gestione della scuola nei confronti dei minori».

 

Ultimo aggiornamento: Giovedì 15 Luglio 2021, 11:40
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