Superlega, la Corte di Giustizia dà torto all'Uefa: «Monopolio viola il diritto Ue». La sentenza che può cambiare il calcio

Giovedì 21 Dicembre 2023, 10:22 - Ultimo aggiornamento: 22 Dicembre, 16:54

L'Uefa non si arrende

La sentenza della Corte Ue che dice no al monopolio di Uefa e Fifa sulle competizioni calcistiche "non significa un avallo o una convalida della cosiddetta Superlega": e' la prima reazione della Uefa, che dopo l'annuncio della corte europea ribadisce l'intenzione di proseguire col "modello sportivo europeo collettivamente con le federazioni nazionali, le leghe, i club, i tifosi, i giocatori, gli allenatori, le istituzioni dell'UE, i governi e i partner", e auspica che "la piramide del calcio sia salvaguardata dalle leggi europee e nazionali dal rischio di seccessioni".

"La Uefa prende atto della sentenza emessa oggi dalla Corte di giustizia europea nel caso della Superlega europea", sottolinea la nota della Uefa, che annuncia per le 14 una conferenza stampa. "Questa sentenza - prosegue Nyon - non significa un avallo o una convalida della cosiddetta Superlega; sottolinea piuttosto una lacuna preesistente nel quadro della pre-autorizzazione della Uefa un aspetto tecnico che è già stato riconosciuto e affrontato nel giugno 2022. La Uefa confida nella solidità delle sue nuove regole, e in particolare nel rispetto di tutte le leggi europee pertinenti e regolamenti".

"La Uefa - aggiunge ancora la confederazione europea - rimane risoluta nel suo impegno a sostenere la piramide del calcio europeo, garantendo che continui a servire gli interessi più ampi della società. Continueremo a modellare il modello sportivo europeo collettivamente con le federazioni nazionali, le leghe, i club, i tifosi, i giocatori, gli allenatori, le istituzioni dell'UE, i governi e i partner. Confidiamo - è la conclusione - che la piramide calcistica europea basata sulla solidarietà, che i tifosi e tutte le parti interessate hanno dichiarato come il loro modello insostituibile, sarà salvaguardata dalla minaccia di segregazioni da parte delle leggi europee e nazionali".

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