Navalny, Prigozhin e Politkovskaya, i nemici di Putin morti in circostanze sospette: la lunga lista dello zar

Domenica 18 Febbraio 2024, 15:44 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 23:26

Lo «chef» di Putin


Le cronache pietroburghesi raccontano che tutto cominciò da un chioschetto di hot dog. Yevgeny Prigozhin non aveva neanche 30 anni ed era appena uscito di galera. Da quel chiosco la sua fortuna si moltiplicò rapidamente in una serie di ristoranti aperti nella città delle Notti bianche e poi in società di catering per il Cremlino e l'esercito. Così Prigozhin entrò nelle stanze del potere, conquistando il soprannome di «chef di Putin». E costruendo la potente brigata Wagner, braccio armato del presidente russo che, nella sua veste di milizia privata, è intervenuta in Siria, Africa e infine in Ucraina.

Con l'inizio dell'invasione russa, il 24 febbraio 2022, lo chef di Putin diventa uno dei protagonisti della guerra. In primavera Prigozhin si fa fotografare in mimetica, nel Donbass. Mettendo in chiaro, anche nei confronti del Cremlino, che l'operazione speciale si regge anche sulla Wagner e - a detta del suo fondatore - sui 50mila uomini da lui schierati. A novembre, la Wagner viene inclusa dall'Eurocamera nella lista delle organizzazioni terroristiche. Prigozhin risponde mostrando il suo regalo agli eurodeputati: la custodia di un violino, con dentro un martello insanguinato.

Dall'Ucraina i video dello chef di Putin aumentano esponenzialmente, così come la crudezza delle immagini da lui postate. E anche le sue invettive: prima contro le colombe russe, poi contro i vertici militari, più volte tacciati di incompetenza. A partire dal ministro della Difesa Sergei Shoigu, colpevole a suo dire di aver abbandonato la Wagner sul fronte di Bakhmut senza munizioni né supporto aereo, e perfino di aver bombardato una sua base. È l'inizio della fine dell'idillio tra Prigozhin e il Cremlino. La marcia degli ammutinati verso Mosca del 24 giugno segna il punto di non ritorno: da quel giorno, per chi conosce le dinamiche russe, Prigozhin diventa «un morto che cammina».

Colui che tentò il golpe interno, precipitò nei cieli tra Mosca e San Pietroburgo il 23 agosto. Prigozhin «era un uomo dal destino difficile ma di talento», così lo liquidò Putin che non andò neppure ai funerali. Un giallo ancora aperto.

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