Parto cesareo d'urgenza ma il bambino nasce morto, i familiari se la prendono con l'ostetrica: «Malasanità»

Mercoledì 8 Novembre 2023, 11:45 - Ultimo aggiornamento: 11:51

Cosa è successo quella sera del 5 novembre

Tutto si consuma in pochi minuti, ma per capire gli eventi bisogna riavvolgere il nastro di alcuni giorni. Alle 12 del 2 novembre, A.U., di 33 anni, accompagna la fidanzata F. all'ospedale Buccheri La Ferla di Palermo, perché «quel giorno - dice - era previsto un controllo già fissato da tempo«. Lì la giovane è stata visitata da un medico che «a seguito della misurazione della pressione sanguigna - dice A. nella denuncia - ha ritenuto opportuno rimandarla al Pronto soccorso per effettuare ulteriori accertamenti» e da lì poi è stata ricoverata in ospedale.

La dottoressa «aveva riscontrato la pressione minima più alta dei parametri».

La sera, «data l'alterazione della pressione sanguigna ed essendo lei alla 38esima settimana» i sanitari hanno deciso «di indurre il parto mediante l'utilizzo di un cosiddetto palloncino». Il giorno successivo, però, alle sette di mattina del 3 novembre, i medici hanno tolto il palloncino perché «non era avvenuta alcuna dilatazione» e le hanno somministrato, come racconta ancora il padre, «una pastiglia che le doveva essere somministrata ogni due ore».

Il 4 novembre, durante un tracciato, la partoriente «ha rotto le membrane». E' stata monitorata per tutta la giornata e i medici continuavano a somministrarle la pillola 'Angusta' ogni due ore. Il 5 novembre, alle ore 19, un nuovo tracciato e un'altra pillola. «Il tracciato era del tutto regolare - dice il padre del piccolo - alle 21 F. è stata invitata dall'ostetrica smontante di presentarsi nella sala travaglio al fine di effettuare un nuovo tracciato unitamente alla somministrazione della pastiglia». E l'ostetrica, secondo quanto si legge nella denuncia ai carabinieri, «le riferiva testualmente 'Lei non ha la faccia da travaglio... è da 35 anni che faccio l'ostetrica'», somministrandole un'altra pastiglia Angusta «senza effettuare il tracciato».

Dopo circa un'ora F. T. è tornata dall'ostetrica «riferendole di avere perdite ematiche, pertanto necessitava di un controllo». Ma il controllo non è stato eseguito, come spiega A. U., «in quanto sempre a dire dell'ostetrica 'quello non è sangue da travaglio'. Dunque Fidia è tornata in camera».

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