Palestina, perché l'anguria è diventata un simbolo di protesta sui social (e non solo)? La storia, le censure e le emoji

Lunedì 13 Novembre 2023, 14:42 - Ultimo aggiornamento: 14 Novembre, 15:38

«Questa non è una bandiera»

Lo scorso gennaio, il ministro della Sicurezza nazionale israeliano Itamar Ben-Gvir ha dato alla polizia il potere di confiscare le bandiere palestinesi. Decisione presa dopo il voto di giugno su un disegno di legge che vieta alle persone di esporre la bandiera nelle istituzioni finanziate dallo stato, comprese le università. Da sottolineare che il disegno di legge passò l’approvazione preliminare ma il governo successivamente crollò.

A giugno, Zazim, un’organizzazione comunitaria arabo-israeliana, ha lanciato una campagna per protestare contro i conseguenti arresti e la confisca delle bandiere. Immagini di angurie sono state attaccate su 16 taxi in servizio a Tel Aviv, con il testo di accompagnamento che recitava: «Questa non è una bandiera palestinese».

«Il nostro messaggio al governo è chiaro: troveremo sempre un modo per aggirare qualsiasi divieto assurdo e non smetteremo di lottare per la libertà di espressione e la democrazia», ​​ha affermato la direttrice di Zazim Raluca Ganea.

Amal Saad, una palestinese di Haifa che ha lavorato alla campagna Zazim, ha detto ad Al Jazeera che il messaggio era chiaro: «Se vuoi fermarci, troveremo un altro modo per esprimerci».

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