Mattia Aguzzi: «Ho salvato la bambina caduta dal quinto piano ma non sono un eroe. Adesso non mi diranno più che devo dimagrire»

Domenica 27 Agosto 2023, 08:34 - Ultimo aggiornamento: 28 Agosto, 15:30
Mattia Aguzzi: «Ho salvato la bambina caduta dal quinto piano ma non sono un eroe. Adesso non mi diranno più che devo dimagrire»
di Redazione web
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Eroe per caso, perché Mattia Aguzzi si è trovato nel posto giusto al momento giusto, e ha salvato con la sua prontezza di riflessi una bambina di 3 anni. Ma lui, impiegato di banca 37enne, non ci sta a sentirsi chiamare eroe.

«Ero lì sotto e speravo solo di riuscire a prenderla. Credo anche di aver chiuso gli occhi, ma è andata davvero bene», ha rivelato Mattia al Corriere della Sera dopo aver salvato la bimba precipitata da un palazzo a Torino.

«La mia fidanzata abita poco distante da quel palazzo. Siamo usciti insieme per andare da mio cugino, che mi aveva chiamato per chiedermi di comprare il pane. Io non credo al destino, ma se non avessi ricevuto quella telefonata non sarei mai passato di lì», ha detto ancora il 37enne.

La caduta dal quinto piano

«Ho provato a immaginare il punto dove sarebbe potuta cadere e mi sono piazzato lì - ricorda Mattia Aguzzi -. Nella mia mente ho scolpita l'immagine della piccola con le braccia in alto che tenta di aggrapparsi. Ma poi il peso l'ha trascinata giù. Non c'era tempo per pensare. Ho allargato le braccia e sperato di prenderla al volo. Alla fine è rimbalzata sul mio petto e l'ho bloccata per un attimo. Ma l'impatto è stato forte e siamo caduti tutti e due».

Non sono un eroe

«Dai, no, eroe no - dice inoltre l'uomo alla Stampa - Ho fatto tutto così, in modo naturale. Non ho pensato a nulla e ho provato a fare quel che si doveva fare». Lui adesso dice di stare bene: «All'inizio facevo fatica a respirare. L'affanno. Oppure la botta. Non so. Mi hanno detto che non ho nulla e sono contento così. E comunque adesso non mi diranno più che è meglio se dimagrisco un poco (ride). È andata bene. Che cosa possiamo volere di più? Il destino ci ha messi lì. Il caso. La fatalità. A quel che ne so stiamo tutti quanti bene. E questa, mi creda, è la cosa più bella».

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