Impagnatiello piange in aula al processo Giulia Tramontano: all'aeroporto aspettava la fidanzata e cercava on line “veleno per topi”

Lunedì 12 Febbraio 2024, 15:43 - Ultimo aggiornamento: 13 Febbraio, 07:39

Impagnatiello, la testimonianza dei carabinieri

Il forte odore di benzina, sentita nell'auto e nel bagno dell'appartamento di Alessandro Impagnatiello, mette in allarme i carabinieri di Senago che raccolgono la denuncia di scomparsa fatta dall'ex barman per l'allora compagna Giulia Tramontano. È uno dei dettagli che emerge dalle testimonianze del processo, in corso a Milano, che vede il giovane accusato, tra l'altro, di omicidio aggravato e occultamento di cadavere. È la sera del 28 maggio del 2023, intorno alle 19, quando Impagnatiello va in caserma, accompagnato dalla madre. «Era agitato, sembrava molto preoccupato. Per noi inizialmente si tratta di una denuncia per allontanamento volontario. Lui ci racconta che la mattina, mentre è a lavoro, invia dei messaggi alla compagna ma lei non risponde». Un silenzio che non lo preoccupa perché arriva all'indomani della scoperta da parte di Giulia, al settimo mese di gravidanza, che l'uomo con cui convive ha un'altra relazione parallela. In caserma lui «denuncia che manca il passaporto della ragazza, il bancomat e circa 400-500 euro». Non fa menzione del telefono, mai trovato, a differenza dei documenti recuperati in un tombino non lontano dall'abitazione.

«Andiamo a casa con la sua auto (le nostre erano impegnate), io sento un forte odore di benzina che proveniva dal bagagliaio e lui si giustifica dicendo che ha una bottiglia di benzina» in caso di emergenza, racconta il teste. «Ma c'è forte odore di benzina anche nel bagno dell'abitazione, dove la lavatrice aveva appena finito il ciclo di lavaggio, così come nel suo zaino in cuoio in cui abbiamo trovato un paio di guanti di lattice» presenti «perché la lavastoviglie era rotta» e due bustine di veleno «per uccidere i topi presenti nella piazzetta non distante dal lavoro» in pieno centro a Milano. «L'appartamento era in ordine - aggiunge il carabiniere, testimone dell'accusa -, le sedie della cucina erano sopra il tavolo come se uno avesse pulito». Impagnatiello descrive la discussione tra lui e Giulia, quella al culmine della quale viene uccisa con 37 coltellate, come «pacata, con toni moderati».

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