Ilaria Salis, via al processo in Ungheria: rischia 11 anni. Il papà: «È innocente». In carcere topi e catene, ha paura di restarci per sempre

Lunedì 29 Gennaio 2024, 07:57 - Ultimo aggiornamento: 15:53

Le torture in carcere

«Topi, piccioni, cimici, catene, maltrattamenti e botte, lì dentro abbiamo visto di tutto, è un posto fuori dal mondo pieno di cose storte. E lei ha paura di restarci per sempre». Lo spiega Carmen Giorgio, 43 anni, bresciana, che per tre mesi è stata la compagna di cella di Ilaria Salis, in un carcere di Bucarest, in un'intervista a Repubblica. Domani inizia il processo per Ilaria Salis, lei «è sempre più giù e sempre più magra. All'inizio pensava come me che fosse uno scherzo, che ci avrebbero fatte uscire. Poi ha capito che volevano fargliela pagare. Per sei mesi non le hanno concesso telefonate - racconta - . Studiava tutto il giorno, ma lì ti trattano da cani, le guardie sono quasi tutti uomini, ti urlano in faccia, ti portano in giro legata mani e piedi a un cinturone che l'agente tiene con una specie di guinzaglio. L'ultima volta che l'ho vista, una settimana fa, le si leggeva in faccia la paura di restare».

Il cibo non è meglio, «lo danno una sola volta al giorno, a pranzo, una specie di zuppa d'acqua sporca, immangiabile. A cena solo conserve e marmellate. Se provi a metterti qualcosa da parte, lo buttano via. Ilaria aveva chiesto altro per allergie alimentari, le davano riso bianco freddo - conclude -. I piatti li puliscono con uno straccetto. Ilaria aveva il terrore delle malattie. Lei ha avuto una reazione allergica per le cimici, io ho problemi con la tiroide, abbiamo chiesto pasticche o la visita di un medico: nulla».

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