Elena Cecchettin: «Giulia non deve essere ricordata solo come la vittima di un assassino. Quella notte avevo un'oppressione tremenda»

Domenica 24 Dicembre 2023, 12:27 - Ultimo aggiornamento: 13:43

La storia tra Giulia e Filippo Turetta

«Era una relazione di controllo e di abuso, ma all’inizio di una storia scusi tutto. Lui voleva essere presente in ogni cosa della vita di Giulia. Lei non poteva uscire con le amiche senza dirlo, quasi dovesse chiedere permesso. Non le lasciava spazio, non voleva che lei avesse una vita al di fuori di lui». E ancora: «Certo che Giulia si è accorta che qualcosa non andava, sapeva che io avevo ragione ma come fai a immaginare che la persona con cui stai possa farti del male, non lo vuoi credere possibile. Mia sorella era una persona buona. Aveva davvero paura che lui si facesse del male. Aveva paura per lui, non di lui. Voleva aiutarlo, credo proteggerlo».

Elena parla di misoginia e sessismo che «sono autorizzati dalla società, profondamente patriarcale. Si possono fare centinaia di esempi. Se una ragazza ha avuto molti partner non è considerata allo stesso modo di un ragazzo. Come ti vesti, come ti comporti. Non è uguale il giudizio. Sono pensieri radicati eppure sminuiti, banalizzati perché appaiono, appunto, normali. Il controllo comincia sempre dietro la maschera dell’aiuto, della cura. Si normalizzano da principio atteggiamenti che sembrano lievi, poi via via peggiori. Bisogna iniziare a puntare il dito sulle cose piccole. Lo svalutare le donne, per esempio. L’educazione è fondamentale, a partire dalla primissima infanzia: se lo Stato non investe in questo ha fallito il suo compito ed è complice, sì. Complice del sessismo e della misoginia diffuse che possono sfociare in violenza estrema»

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