Un successo senza precedenti, quantomeno qui in Italia. Regina dei social e di tendenza. Qualsiasi cosa dicesse diventava virale. Se qualche mese fa qualcuno avesse ipotizzato una crisi di consensi sarebbe passato per pazzo. Eppure, è innegabile, Chiara Ferragni, pur dall'alto dei suoi 29,4 milioni di follower, è in crisi nera.
Lo è negli store. Lo è tra i brand che fuggono, si pensi a Coca Cola e Safilo. E lo è perfino nel suo impero: Instagram. L'influencer sta provando qualsiasi strategia comunicativa per dire la sua e smentire le accuse che giorno dopo giorno le piombano addosso da quando è scoppiato il Pandoro gate.
Ha provato la strategia del silenzio. Quella della lettera aperta ai follower. Quella del far finta di nulla. Niente. Nonostante non lasci nulla al caso, le cose non cambiano e allora non le resta che affidarsi ad altri. Magari a chi è abituato a gestire crisi di immagine. Non è di certo la prima. Prima di lei, avevano fatto la stessa cosa anche Parmalat, Cirio e tanti altri.
Ma a chi si è affidata Chiara Ferragni per ripulire la sua immagine?