Decine, centinaia e a volte addirittura migliaia di licenziamenti portati avanti con poco preavviso e poco tatto, e che lasciano tante persone alle prese con l'incertezza per il proprio futuro e la fatica di ricostruire in fretta la propria vita, già da tempo traballante.
In una società in cui gli interessi degli azionisti rimangono al primo posto nell'elenco delle priorità delle aziende, i lavoratori continuano a perdere posizioni e sempre più spesso stare in fondo si fa... scomodo. Sono troppi i casi in cui non si può far nulla (o almeno così si crede) e si accetta con il capo basso la decisione di qualcuno che è più in alto, per un motivo o per un altro.
Eppure, a volte c'è chi ha ancora un po' di forza per alzare la testa e rispondere, esprimere chiaramente un disagio che deriva da un'ingiustizia. È il caso di Erick, uno di tanti dipendenti licenziati dal capo in un'unica chiamata, che tra il silenzio agonizzante dei suoi colleghi si è fatto avanti e ha fatto presente il sentimento di delusione e tradimento suo e di tutti gli altri.