Pompei, dalla lava emerge a sorpresa l'ultimo fuggiasco
di Laura Larcan
DINAMICA
Le prove archeologiche sono in grado di ricostruire la dinamica nel dettaglio: l'uomo, infatti, è stato rinvenuto all'incrocio tra il vicolo cosiddetto dei Balconi, e quello della domus delle Nozze d'argento che era stato già scavato nell'800: proprio nel punto in cui le due strade si incrociano ad angolo retto spicca intatto un accumulo di flusso piroclastico cioè di cenere indurita. Cosa stava accedendo in quel momento? Per tutto il pomeriggio e le prime ore della notte del 24 agosto la pioggia di lapilli aveva riempito le strade per due metri e mezzo di ceneri. «Questo vuol dire che chi stava scappando in quel momento lo faceva uscendo in tutta fretta dai piani alti delle case, quindi dai balconi che abbiamo intercettato, e correva su metri di lapilli già accumulatisi», precisa Osanna. La situazione è tragica: sono ormai le prime ore del 25 agosto, chi era rimasto in casa, scappa, non sapendo che la pioggia di lapilli precede l'arrivo dei flussi piroclastici. La colonna eruttiva crolla e il vento spinge la nube di 300 gradi sulla città, trascinando dentro di se' materiale vulcanico ma anche tutto ciò che trova: alberi e crolli di edifici.
«Noi abbiamo trovato di tutto negli strati: anfore, tegole, pezzi di muro», conferma Osanna. Con uno sforzo di fantasia si può immaginare la nube che sovrasta Pompei e travolge tutti quelli che erano per strada. «Il nostro uomo vive una situazione ancora più drammatica: il personaggio, ha 35 anni ed è claudicante: l'esame ha svelato un rigonfiamento della tibia, probabilmente per tubercolosi ossea - precisa Osanna - Deve essere uscito da uno dei balconi, ritrovandosi su un cumulo di lapilli, e ha cominciato a correre verso Sud, in direzione opposta al Vesuvio». All'improvviso, il rumore e frastuono della nube carica dell'ultimo flusso piroclastico. «Quindi si gira in direzione del vulcano e viene travolto - continua Osanna nella ricostruzione delle ultime ore del dramma - Infatti non abbiamo trovato la testa che deve essere stata staccata di netto dal masso. Per questo stiamo allargando gli scavi per cercare di recuperare tutti gli elementi dello scheletro». Il progetto è di mettere in campo tutte le analisi molecolari per decifrare patologie e status dell'uomo: chi era, che lavoro faceva. Le analisi del Dna hanno l'obiettivo di ricostruire la fisionomia della vittima. La prossima tappa, dunque, si svolgerà in laboratorio. Ma le sorprese non finiscono. Un dato interessante che in queste ore stanno decifrando gli studiosi riguarda anche un dettaglio particolare: l'uomo aveva una borsetta in cuoio, che ha lasciato tracce di materiale organico sul petto. Dentro c'erano molte monete. «È un lavoro delicato - confessa Osanna - sono tutte incastonate tra le costole dell'uomo. Ma a breve le recupereremo».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 1 Giugno 2018, 13:20
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