«Rimprovero la Commissione europea: per problemi di questo genere (la scarsa disponibilità di vaccini ndr) bisognava picchiare i pugni sul tavolo e dire 'Signori qui non c'è proprietà intellettuale che tenga, tutti hanno il diritto di utilizzare la ricerca altrui'». Così l'ex premier Romano Prodi ha parlato della questione vaccini, intervenendo all'incontro su "Democrazia e futuro dell'Europa: lo stato delle cose", organizzato a Napoli dalla scuola di formazione per "Architetti della Politica" (PoliMiNa).
«Il problema - ha aggiunto Prodi - è avere una disponibilità del vaccino che deve essere enorme. Se noi non vacciniamo tutto il mondo, il virus ritorna indietro. Siccome siamo 7 miliardi da vaccinare, se non almeno 5 o 6, abbiamo bisogno di 10 miliardi di vaccino: quest'anno ne produrremo 2.
L'ex premier ha dedicato un passaggio anche all'Italia e alle sfide che attendono Mario Draghi. «Piu corre e più va meglio - ha concluso -Siccome ritengo l'Italia un Paese scettico e depresso ma ha delle energie, Draghi non deve porsi termini ma deve fare in fretta. Mattarella lo ha indicato per togliere l'Italia dalla depressione».
Ultimo aggiornamento: Sabato 27 Febbraio 2021, 14:13
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