Tregua fiscale di fine anno per alleviare cittadini e imprese dal peso della crisi Covid: incassato il via libera quasi all'unanimità delle Camere a spendere altri 8 miliardi per tamponare i danni dell'epidemia, il governo cerca di chiudere il nuovo decreto Ristori, il quarto, che in gran parte riscriverà il calendario fiscale di qui a primavera. È probabile però che il via libera del Consiglio dei ministri arrivi domenica sera, limite ultimo per fermare la scadenza delle tasse di fine mese, sia per dare tempo ai tecnici di scrivere le norme sia per consentire di sciogliere gli ultimi nodi, a partire dall'idea di una "Cig di Natale", un bonus da 500 euro per i lavoratori in cassa integrazione, che ancora divide la maggioranza.
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Il ministero dell'Economia, impegnato a fare i conti per far tornare le coperture, sarebbe freddino su una misura che andrebbe ai dipendenti in Cig per più di 8 settimane e costerebbe attorno a 1,6 miliardi. E nelle file della maggioranza, secondo quanto riferito da fonti parlamentari, la proposta non avrebbe trovato particolare gradimento. È «una questione politica», si ripete nella maggioranza, che si potrà dirimere probabilmente in una nuova capi-delegazione chiamata a definire il menù del provvedimento da inviare al più presto al Senato, in stand by sugli altri tre decreti ristori varati nell'ultimo mese.
Italia Viva fa sapere di essere «assolutamente contrari al bonus Cig Natale. Dopo decine di miliardi spesi per I garantiti (lavoratori dipendenti e pensionati) è ora di pensare un pò anche ai milioni di non-garantiti (autonomi, professionisti, e partite iva). E poi....ma non era Renzi quello che governava con bonus e mancette?», sottolineano dal partito guidato dall'ex premier.
Anche il quater, come i precedenti, replicherà le misure pensate a inizio novembre per le attività nelle zone arancioni e rosse che nel frattempo hanno colorato quasi tutta la cartina d'Italia. In più, la novità pensata anche per venire incontro alle richieste delle opposizioni che hanno alla fine votato tutte a favore del nuovo scostamento, la maxi-moratoria fiscale interesserà «tutti i settori economici che hanno subito perdite», non solo la lista dei codici Ateco individuati fin qui come i più colpiti dalle restrizioni anti-Covid.
Decreti, dal versamento contributi previdenziali alla cig fino ai ristori
La lista potrebbe comunque essere aggiornata includendo nuovi settori che potranno così accedere anche al fondo perduto e agli altri interventi (come lo stop a Imu e credito d'imposta per gli affitti). L'acconto del 30 novembre di Irpef, Ires e Irap dovrebbe invece slittare ad aprile per tutte le imprese con cali di fatturato, estendendo la misura attualmente prevista per i soggetti Isa: ancora si discute ma il tetto delle perdite, anche per mantenere un criterio omogeneo, dovrebbe alla fine essere fissato al 33%. Anche i versamenti di Iva, ritenute, addizionali e contributi di metà dicembre dovrebbe essere fermato, sempre utilizzando il criterio delle perdite, e rinviato al 16 marzo, così come l'acconto Iva annuale del 27 dicembre.
Anche il pagamento delle rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio, che dovevano riprendere dal 10 di dicembre, dovrebbe essere rinviato al primo marzo, mentre si ragiona, ma non con questo provvedimento, di una rottamazione quater.
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 27 Novembre 2020, 00:24
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