L'addio di Fabio Fazio alla Rai tiene banco sui social e nel dibattito politico, con lo scontro tra il centrodestra, che ha mal digerito in questi anni "Che tempo che fa" e i dibattiti su attualità, migranti, diritti e oggi esulta, e il Pd che parla di «sconfitta» e di «brutta notizia per il Paese». Ma a 24 ore dal debutto del nuovo vertice, con le riunioni di questa mattina di assemblea e cda per la nomina del nuovo amministratore delegato, Roberto Sergio, scatena anche uno strascico polemico tra l'Ad uscente, Carlo Fuortes, e il consiglio di amministrazione dell'azienda, in testa la presidente Marinella Soldi. Al centro dello scontro, il contratto del conduttore, in scadenza il 30 giugno, una questione posta da Fuortes nella riunione del consiglio del 5 maggio, quando l'Ad dimissionario ha ricordato che il 18 maggio sarebbe scaduta la prelazione per il rinnovo dell'accordo, anche se non si sarebbe mai arrivati a discutere di un'offerta.
Fabio Fazio: «Sono in Rai da 40 anni però non si può essere adatti a tutte le stagioni»
Il contratto
«L'uscita di Fazio dalla Rai è un danno all'azienda in termini di identità, qualità culturale e ascolti. Una brutta notizia per il paese. Negli anni tante belle pagine di servizio pubblico, fra tutte il Memoriale della Shoah con la Segre. Scelta scellerata mai portata in cda», affonda per prima Francesca Bria, la consigliera in quota dem. «Il cda - spiega poi il consigliere Riccardo Laganà - è stato informato solo il 5 maggio scorso della imminente scadenza dei contratti di Fazio e Officina. Non c'è stata dunque alcuna decisione in consiglio in assenza di un sufficiente dibattito e analisi del tema in sede consiliare, come avrebbe dovuto essere. Molti dovrebbero chiarire su quanto avvenuto, compreso l'ex Ad ed il suo staff. Dall'indebolimento progressivo e scientifico del servizio pubblico ci guadagneranno soltanto i competitor». Fuortes non ci sta e fa sapere che, già nella seduta del 3 marzo, il cda aveva «ha limitato l'approvazione dei piani di produzione e trasmissione solo fino al 31 agosto 2023», non consentendogli quindi di «procedere alla stipula di contratti e approvazioni di schede relative ai Piani autunnali». In tarda serata, arriva la controreplica della presidente Soldi e del cda: «Fermo restando che nella seduta del 3 marzo i piani di produzione e trasmissione sono stati approvati a maggioranza fino al 31 agosto, ciò è avvenuto su proposta dell'Amministratore delegato stesso».
Approvazione che peraltro «ha valenza procedurale e non limita le responsabilità e possibilità dell'Ad nella cura dell'attività di gestione di programmi delle stagioni a venire.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 15 Maggio 2023, 11:25
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