Juncker: "Renzi sta facendo le riforme giuste".
Oggi il voto di fiducia sulla legge di stabilità

Juncker: "Renzi sta facendo le riforme giuste". ​Oggi il voto di fiducia sulla legge di stabilità

di Alessandra Severini
ROMA - «Ho fiducia nel governo Renzi. Vedo con piacere che la sua azione ha cambiato le cose in Italia e contribuito a cambiarle in Ue, ma non si può cambiare tutto in soli sei mesi». Dopo le frecciate del passato, il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker pronuncia parole di miele nei confronti dell'Italia.



Ma non saranno queste parole a rendere più facile la trattativa nella Ue sulla flessibilità. L'idea del governo italiano è ottenere che tutti gli investimenti – sia quelli diretti a finanziare il piano Juncker sia i cofinanziamenti nazionali - non vengano conteggiati nel Patto di stabilità. Juncker ha aperto, ma solo a metà: «Se l'Italia contribuirà al fondo con alcuni miliardi, questi non saranno presi in considerazione quando valuteremo la situazione delle finanze pubbliche italiane. Per gli investimenti pubblici su territorio italiano, che pesano sui conti italiani, la situazione è più complicata perché il Patto di stabilità non lo permette».



Renzi però non demorde e intende continuare la trattativa con la commissione Ue, anche perchè il discorso sulla flessibilità verrà riaperto a gennaio. Juncker del resto non appare in una posizione di forza: i leader europei rimangono freddi verso il suo piano di investimenti e, pur avendo detto sì, rimangono poco convinti di contribuire al nuovo fondo pensato per realizzare i grandi progetti europei.



In Italia intanto è slittato ad oggi il voto di fiducia sul maxiemendamento che riassumerà tutte le novità introdotte dalla Commissione in Senato al testo della legge di stabilità. Fra le novità c'è lo stop all'aumento delle tasse sulla casa nel 2015: le aliquote massime della Tasi rimarranno quelle del 2014. Molta tensione si è sviluppata sulla tutela dei lavoratori delle Province che anche oggi protesteranno con l'appoggio dei sindacati contro il rischio di perdere il posto. Il governo ha assicurato che entro due anni i lavoratori verranno ricollocati in altre amministrazioni e, dal 2016, quelli in esubero potranno andare in mobilità.



La manovra non conterrà una riforma delle aziende partecipate che arriverà in primavera con un provvedimento ad hoc. Nella legge di stabilità ci saranno solo alcune norme tese a chiudere o accorpare le piccole società. Arriva anche l'election day per le elezioni amministrative e regionali del prossimo anno. Quelle previste a marzo slitteranno a maggio, con un risparmio calcolato in 100 milioni. Una norma fissa anche un tetto al canone Rai che non potrà essere più alto di quello del 2014 mentre i tagli ai patronati vengono ridotti a 35 milioni.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 19 Dicembre 2014, 10:25
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