Pd, Bersani rifiuta l'incontro con Renzi
e critica il Jobs act: "È incostituzionale"

Pd, Bersani rifiuta l'incontro con Renzi e critica il Jobs act: "È incostituzionale"

di Alessandra Severini
ROMA - Volano stracci nel Pd. L'ex segretario Pier Luigi Bersani, con toni insolitamente aspri annuncia che diserterà il confronto organizzato per oggi al Nazareno da Matteo Renzi su Rai, fisco, scuola e ambiente. «Mi inchino alle esigenze della comunicazione, ma che gli organismi dirigenti debbano diventare figuranti di un film non ci sto». La stessa scelta 'aventiniana' verrà fatta da altri esponenti della sinistra dem.





Le critiche di Bersani colpiscono il jobs act che «mette il lavoratore in un rapporto di forze pre anni 70 e quindi è incostituzionale», ma anche la riforma della Costituzione: «Se va avanti così, non accetterò mai di votare la legge elettorale». Renzi, però, continua a snobbare le polemiche interne: «Non sprechiamo neanche un minuto in polemiche sterili». Il segretario rivendica di essersi sempre confrontato all'interno del partito su tutti i temi, con un metodo «aperto e inclusivo», tutt'altra cosa rispetto ai «caminetti ristretti del Pd vecchia maniera».



La sinistra dem però darà battaglia anche sul decreto banche: sono circa 650 gli emendamenti presentati dai deputati, di cui più di 300 riguardano la contestata riforma delle banche popolari. Fra quelli firmati dai 'ribelli' Boccia, Fassina, Cuperlo e Civati quello che fissa il patrimonio netto sopra 2 miliardi invece di 8 miliardi di attivi per le banche popolari da trasformare in spa. E rischia di creare altre tensioni la mozione sul riconoscimento della Palestina. Per questo si lavora ad un testo che possa mettere d'accordo la maggioranza e che si limiti ad impegnare il governo a “promuovere” il riconoscimento dello Stato palestinese nell'ambito di un processo di pace.



Anche il centrodestra è in subbuglio. In vista delle regionali di maggio rimane in bilico l'alleanza tra FI e Lega anche se le trattative proseguono per evitare una divisione che potrebbe portare a sconfitte pesanti.



Molto più sereno il clima nel Palazzo del Quirinale.
Ieri il presidente Mattarella ha ricevuto la delegazione 5 stelle composta da Grillo, Casaleggio e Maria Teresa Furia, la 18enne siciliana che risulta la più giovane iscritta al Movimento. Un incontro durato quasi un’ora, «cordiale e costruttivo» come lo ha definito poi Grillo sul blog. La delegazione ha consegnato a Mattarella un documento con alcune proposte, fra cui la «salvaguardia della forma di governo parlamentare», la soppressione dei vitalizi per i condannati, la lotta a corruzione e mafia.

Ultimo aggiornamento: Venerdì 27 Febbraio 2015, 09:31