Nasce "Chiamata Silenziosa": ecco l'app che in caso di emergenza ti mette in contatto col 112

Nasce "Chiamata silenziosa": ecco l'app che in caso di emergenza ti mette in contatto col 112

di Antonio Caperna
Una “chiamata silenziosa”, per frenare la violenza verso le donne di Milano, 1500 casi rilevati nel 2014. I dati diffusi da 9 centri e servizi antiviolenza convenzionati con il Comune parlano di maltrattamenti soprattutto verso donne italiane (62%) della fascia d’età tra i 30 e i 49 anni (51%), che hanno subito violenza di natura psicologica (1.095 casi), fisica (966 casi) e/o sessuale (286 casi) per mano del proprio coniuge (39%), partner (17%) o convivente (18%).





Per aiutarle in maniera tempestiva, anche in quei momenti di emergenza dove, per varie ragioni, non sono in grado di parlare, c’è la cosiddetta “silent call”, la nuova funzione dell’app di telesoccorso “Where are you”, sviluppata dall’azienda regionale emergenza urgenza (Areu) della Regione, in collaborazione con l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda). In questo modo anche chi chiama in una situazione di pericolo e non riesce a comunicare con l’operatore potrà essere localizzato in tempo reale e soccorso.



L’app infatti è collegata alle centrali del numero unico di emergenza 112 della Lombardia, che consente di effettuare una chiamata gratuita al servizio con il contestuale invio della posizione esatta, rilevata attraverso il sistema satellitare gps. È disponibile gratuitamente sugli Appstore di iOS, Android e Windows Phone, o sul sito www.areu.lombardia.it, previa registrazione.



«La violenza femminile è una problematica di grande attualità - sottolinea Francesca Merzagora, presidente di Onda - i dati presentati nel 2013 dall’Organizzazione mondiale della sanità mostrano che il 35% delle donne nel mondo è vittima di sopruso fisico o sessuale da parte del partner o di sconosciuti e che il 38% dei femminicidi avviene dentro le mura di casa.
In Italia, secondo il rapporto Eures 2014, il 70% degli episodi di violenza sono consumati nel contesto familiare e affettivo per mano del coniuge, del partner o ex. L’attivazione di questa nuova funzionalità - conclude Merzagora - permetterà alle donne che subiscono violenza domestica di chiedere aiuto senza dover comunicare con l’operatore, riducendo i tempi di intervento delle forze dell’ordine».

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 1 Luglio 2015, 08:45
© RIPRODUZIONE RISERVATA