Expo, Maroni arruola Sgarbi: "Vogliamo
portare a Milano i Bronzi di Riace"
di Alessandro Franzi
Sarebbero «un simbolo universale» per Milano. In cambio, ha proposto il critico d'arte, potrebbero essere prestati due Caravaggio. E che non gli si dica che le due statue sono fragili, perché a suo parere sono solo «ostaggio della 'ndrangheta», ossia di quelle istituzioni locali che non vogliono separarsene. Uno scambio «alla pari», insomma, per fare di Milano una novella Firenze o Roma o Venezia. «Nessuno - ha spiegato l'ex sottosegretario - ha la percezione che Milano sia a livelli dei tesori di queste città. E invece lo è».
Così durante una conferenza stampa fiume con il governatore leghista ha fatto l'elenco dei tesori di Milano, a suo giudizio «i veri padiglioni» dell'Expo, non come quelli (parole sue) «merdosi» che stanno sorgendo a Rho. Dal museo Bagatti Valsecchi (del cui cda Maroni lo ha nominato membro caldeggiandone un mandato da presidente) al Cenacolo di Leonardo. «Apriamo fino alle 3 di notte, raddoppiamo gli ingressi e i turni - ha tuonato Sgarbi, garantendo che lavora gratuitamente per la Regione -. Per Expo il capolavoro deve essere visitato da un milione di persone, il triplo di adesso».
Tutto liscio? A sentire il critico basta solo la buona volontà, ma perché il disegno di una Milano capitale dell'arte si realizzi per il 2015 occorre mettere d'accordo Regione, Governo, Comune e privati. E con uno Sgarbi che parla di «un'Expo degli ignoranti» puntando il dito contro l'Expo Gate al Castello e contro l'ccessivo parlare del tema dell'alimentazione non sarà forse facile.
Ultimo aggiornamento: Martedì 29 Luglio 2014, 10:00
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