Acido, Magnani in tribunale: "Fu Martina
a tirare l'acido, ma Alex era la mente"

Alexander Boettcher era «lo stratega» e «io ero il soldato». Non ha dubbi Andrea Magnani, accusato di essere il complice della coppia dell'acido, nell'attribuire all'amico, con il quale si «allenava da un paio d'anni», il ruolo di capo e nel ritagliare per sé una parte marginale. Talmente marginale che era sempre stato all'oscuro dei piani di Alex e Martina Levato e non sapeva che la coppia aveva intenzione di lanciare l'acido a Stefano Savi.





Drammatico il racconto delle aggressioni fatto dal bancario 32enne, mentre Boettcher sbuffa e si agita nella gabbia degli imputati. Magnani spiega come nella discoteca Divina Stefano Savi sia stato scambiato per il vero obiettivo della “purificazione”, il fotografo Giuliano Carparelli, vecchio flirt di Martina. I tre decidono di pedinare la sua utilitaria. E quando la affiancano ad un semaforo, Alexander dice «è lui». Pochi attimi, in grado di cambiare la vita allo studente di Economia, ieri di nuovo presente in aula.



La notte tra il 1 e il 2 novembre 2010, i tre sono andati sotto casa sua in via Quarto Cagnino, dove Martina lo ha inondato con l'acido, cancellandogli parte della faccia. Ed è stata sempre lei - testimonia Magnani - a colpire Pietro Barbini, il 28 dicembre. Racconta Magnani: «Il primo lancio di acido Martina lo fa con il braccio destro. Vedo tutto dall'abitacolo dell'auto parcheggiata. Scendo, anche se mi avevano detto di no, perché rimango impietrito: Barbini ha la faccia che sta diventando di un colore marrone-grigiastro, si mette le mani intorno alla testa, si toglie i vestiti e inizia a gridare forte “aiuto, aiuto”. Intanto Alex incitava Martina».



Dopo l'aggressione, «Martina mi mise un contenitore di acido sui genitali per minacciarmi e farmi partire con la macchina. Più volte ho avuto paura che Martina Levato volesse lanciare l'acido anche contro di me».

---

Ultimo aggiornamento: Giovedì 24 Settembre 2015, 08:56
© RIPRODUZIONE RISERVATA