Terrorismo, espulso dall’Italia
studente turco della Normale di Pisa

Terrorismo, espulso dall’Italia studente turco della Normale di Pisa

di Stefania Cigarini
ROMA - Kenji Goto è un giornalista freelance del quale si erano perse le tracce a ottobre; Haruna Yukawa è in forze ad una compagnia militare privata ed è scomparso ad agosto. Sono ricomparsi ieri, nel crudelmente consueto video dell’Isis: in ginocchio, vestiti di arancione, con il boia in nero - forse Jihad John a giudicare dall’accento britannico - e lo stesso folle messaggio: 200 milioni di dollari dallo Stato Giapponese entro 72 ore per graziare gli ostaggi.





È però la prima volta che l’Isis fa aperto riferimento ad un riscatto in denaro, piuttosto che ad un generico proclama di vendetta e morte. La cifra è quella che il governo giapponese ha stanziato per combattere il terrorismo integralista e per finanziare l’intervento dei propri soldati nella forza multinazionale impegnata nel contrastare il Califfato.



Il primo ministro Shinzo Abe è stato molto chiaro: «La vita dei due ostaggi è la priorità del governo, ma la comunità internazionale deve far fronte ai terroristi senza cedere ai loro ricatti». Insomma, non è previsto che il Giappone paghi, come non hanno fatto i governi statunitense, britannico, francese, che piangono i loro morti. Come in Siria dove Ondus, l’ong Osservatorio nazionale per i diritti umani, ha resocontato una strage di donne e bambini a Khansaa, al confine iracheno, per un bombardamento dell’aviazione di regime. Peggiora intanto la situazione in Yemen dove i ribelli ribelli sciiti, ieri, si sono impadroniti del palazzo presidenziale e hanno bombardato la residenza del presidente, Abed Mansur Hadi, che si trovava all’interno, ma non è rimasto ferito. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, riunitosi d’urgenza, ha ribadito di riconoscere il governo Hadi e ha chiesto l’immediato cessate il fuoco.



Sul fronte italiano si regista l’espulsione di un dottorando 25enne turco della Scuola Normale di Pisa. Furkan Semih Dundar, così si chiama, avrebbe inviato numerosi messaggi via mail ad ambasciate e siti governativi nei quali minacciava di farsi esplodere. Stupore al prestigioso istituto pisano: «Selezioniamo i nostri allievi in base al talento, non possiamo certo vigilare sul web e sulle loro opinioni personali».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 21 Gennaio 2015, 08:03
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